Demon Slayer ha raggiunto un nuovo recond, ottenendo la nomina come anime più visto in streaming nel 2021.
Che la serie di Demon Slayer sia quella ormai nota per detenere svariati record, è più che risaputo. Un risultato che anche dopo la conclusione del manga continua a ripetersi nel tempo, rendendola sempre più famosa.
In questi giorni, ad esempio, a detta della società di ricerca GEM Partners, l'anime si è aggiudicato il primato come programma in streaming più visto nel 2021.
Demon Slayer è stato il programma più visto in streaming nel 2021
Questa è un'immagine del protagonista della serie.
La ricerca condotta dalla GEM Partners ha coinvolto 7000 persone alle quali è stato chiesto ogni settimana quale fosse il programma più visto in quella appena trascorsa. Nel target stimato e che andava dai 15 ani 69 anni, il voto è andato a Demon Slayer che si è così piazzato al primo posto, ottenendo così il suo ennesimo record.
A seguire c'è stato un altro anime di successo, ovvero Jujutsu Kaisen mentre il famoso L'attacco dei giganti si è piazzato “solo” al quarto posto. Per capire la portata del successo ottenuto da Demon Slayer, basti pensare che Squid Game si è piazzato solo al sedicesimo posto.
La vittoria di Demon Slayer è quindi stata davvero imponente e come sempre in grado di far capire quanto questa serie stia a cuore dei giovani (e non solo) di tutto il mondo.
Le polemiche per il seno di Nezuko
Restando in tema di Demon Slayer e, più in particolare, della seconda stagione che sta andando in onda al momento, in questi giorni sembra essere scoppiata una vera e propria polemica riguardo uno dei personaggi più amati di sempre, ovvero Nezuko.
Sembra infatti che ai fan occidentali della serie non sia piaciuta la scena dell'episodio 14 in cui Nezuko, accorsa per aiutare il fratello, ha ingrandito il suo corpo ritrovandosi con un fisico più da donna e con abiti decisamente troppo stretti per coprirlo. Un avvenimento che in Giappone è passato quasi inosservato ma che oltreoceano non è affatto piaciuto portando molti fan a gridare allo scandalo per via della sessualizzazione di un personaggio ancora minorenne.
Commento che ha suscitato a sua volta diverse critiche.