L'attacco dei giganti: cinque curiosità su Keith Shadis, dal suo ruolo ai sentimenti per la madre di Eren

Cinque cose che non tutti sanno su Keith Shadis, il burbero allenatore dei cadetti

Keith Shadis è un personaggio molto importante all'interno de l'attacco dei giganti, sia per il suo ruolo di insegnante del corpo reclute che per i suoi trascorsi.

Fisicamente si presenta con due grandi occhiaie e con un volto sempre accigliato, caratteristiche che, unite ai suoi modi di fare, lo fanno apparire ancora più severo, suscitando una certa diffidenza da parte dei cadetti.

Curiosità che non tutti sanno su Keith Shadis

- Un tempo Keith aveva molti più capelli ed un viso più gioviale. A cambiarlo è stato lo stress per il ruolo di membro del reggimento scout

- Da giovane ha conosciuto i genitori di Eren, ammirando profondamente il padre ed innamorandosi della madre. Un amore che ha sempre tenuto per se poiché non corrisposto

- La sua ammirazione per il padre di Eren lo ha portato a credere molto in se stesso e a guardare gli altri dall'alto in basso

- Sembra che secondo l'autore Hajime Isayama, Keith sia rimasto single perché non crede di meritare la felicità a causa dei tanti soldati morti mentre erano sotto il suo comando

- Keith è stato il primo comandante del reggimento scout a dimettersi

Analisi del personaggio  

Ecco l'immagine del personaggio:

Nonostante si mostri sempre come un personaggio burbero e sia sempre pronto ad umiliare i cadetti, Keith è in grado di analizzare ognuno di loro in ogni particolare, tracciandone un profilo psicologico e dimostrando di conoscere ogni loro attitudine in combattimento.

Acuto e con un profondo spirito di attenzione è sempre presente, anche quando non visto, e dimostra come ai suoi occhi in sfugga mani nulla.

Nel corso della storia ha spesso dei ricordi del suo passato dove il suo modo di essere era ben diverso. A cambiarlo sono stati l'incontro con il padre di Eren, da lui sempre ammirato, e il ruolo all'interno del reggimento scout che lo ha portato ad invecchiare ed incupirsi prima del tempo a causa del grande senso di responsabilità.

Pur sentendosi un prescelto, ad un certo punto si rende conto di aver perso troppi uomini, problema che causa in lui diversi sensi di colpa e che lo rende, se possibile, ancora più cupo.