La tartaruga rossa: una clip prima dell'arrivo nelle sale italiane

La tartaruga rossa, di Michael Dudok de Wit, arriverà finalmente anche nelle sale italiane il 27, il 28 e il 29 marzo

Dopo tante chiacchiere, un bel po' di premi e la corsa per gli Oscar (candidato a Miglior Film d’Animazione), La tartaruga rossa, il film di Michael Dudok de Wit, arriva finalmente anche nelle sale cinematografiche italiane per tre serate da segnare assolutamente sul calendario: il 27, il 28 e il 29 marzo.

Prima di correre al cinema, ti presentiamo, quindi, una nuova clip ufficiale estratta dal lungometraggio, dal titolo Una strana presenza. La puoi vedere proprio qui di seguito:

La Tartaruga Rossa: trama del film anime

Per la lavorazione di The Red Turtle, il regista de Wit si è temporaneamente trasferito a Koganei, a Tokyo (dove si trova il quartier generale di Studio Ghibli) per lavorare alla pellicola, completando storyboards e lo scenario durante la sua permanenza, mentre il regista di Studio Ghibli Isao Takahata ha supervisionato il lavoro.

Il film, senza scene dialogate, segue la storia di un naufrago che approda su un isola tropicale abitata da tartarughe, grachi e uccelli; l'uomo tenta più volte di fuggire su una zattera da lui costruita, ma...

The red turtle: parola al regista

Da dove nasce una delle idee più originali dell'intero lungometraggio? La scelta dell'enorme tartaruga rossa del titolo? Ce lo spiega lo stesso regista, Michael Dudok de Wit:

L’idea di creare una storia con una grande tartaruga è venuta abbastanza rapidamente. Avevamo bisogno di avere una creatura dell'oceano imponente e rispettata. La tartaruga marina è solitaria e pacifica e per lunghi periodi scompare nell'immensità dell'oceano. Dà la sensazione di essere vicina all'immortalità. Il suo colore rosso intenso le si addice e spicca sul piano visivo. Abbiamo ragionato a lungo sull'opportunità di mantenere un certo livello di mistero nella storia. Nei film dello Studio Ghibli, per esempio, la presenza dell'elemento misterioso è sfruttata molto bene secondo me. È evidente che il mistero può essere magnifico, ma non deve esserlo al punto da sganciare lo spettatore dalla storia. È importante generarlo in modo sottile...