My Hero Academia: anche il cambio del nome del nuovo personaggio ha portato delle polemiche.
Continuano senza sosta le polemiche all'autore di My Hero Academia che recentemente si è trovato a dover risolvere un problema legato al nome di un suo personaggio.
Dopo il ban dalla Cina e in accordo con la casa editrice Shueisha, l'autore del manga Kohei Hirikoshi ha deciso di cambiare nome al Dr. Ujiko, modificandolo da Shiga Maruta a Kyudai Garaki.
Purtroppo, anche la nuova scelta sembra non essere stata apprezzata, sorprendentemente per motivi simili.
I motivi della polemica sul nuovo nome del Dr. Ujiko
Questa è un'immagine del protagonista della serie.
Dopo il ban della Cina e le polemiche di diversi lettori, sia l'autore che la casa editrice di My Hero Academia avevano promesso di cambiare il nome del personaggio.
Purtroppo la seconda scelta ha scatenato nuove polemiche in quanto secondo alcuni il nome Kyudai è il modo abbreviato con cui viene chiamata la Kyushu Daigaku, accademia medica di Fukuoka nota al mondo per alcuni episodi di dissezione dal vivo di alcuni americani catturati nel 1945 e deceduti in seguito alle torture.
Il nome scelto ricorderebbe quindi ancora una volta avvenimenti che i fan preferirebbero non ricordare e che usati per il personaggio di un manga sono stati considerati ancora una volta come una mancanza di rispetto.
My Hero Academia: Il ban definitivo dalla Cina
A causa della scelta del nome Maruta, in Cina, My Hero Academia è stato del tutto bannato.
Al contempo è partita una sorta di campagna contro la serie. Il titolo è stato infatti bombardato di commenti negativi sia per quanto riguarda il manga che per il merchandising e tutto a causa della scelta infelice del nome Maruta e per delle scuse che a detta della Cina non sono bastate a richiudere una ferita ancora aperta e che il nome ha reso più dolorosa.
Ricordiamo che Maruta è un nome usato dall'unità in codice dell'armata imperiale giapponese in funzione durante la seconda guerra mondiale e che effettuava esperimenti su cavie che erano per lo più cinesi e coreani. Un termine che indicava appunto le vittime che subivano tali esperimenti e che, di conseguenza, risveglia ricordi più che dolorosi.