A Beautiful Day, la violenta avventura urbana di Joaquin Phoenix

L'avventura torbida e spirituale di Joaquin Phoenix per la regia di Lynne Ramsay: ecco A Beautiful Day

La locandina di A Beautiful Day (You Were Never Really Here) ricorda molto il cult di Martin Scorsese, Taxi Driver. E il riferimento non è solo grafico, poichè il film di Lynne Ramsay (Ratcatcher – Acchiappatopi, Morvern Callar e …E ora parliamo di Kevin), nelle sale italiane dal 1° Maggio, racconta il rapporto tra un uomo adulto tormentato e una giovane donna coinvolta nel mondo della prostituzione. “Mi è bastato vedere una volta il film per innamorarmene perdutamente” ha detto Lucy De Crescenzo, amministratrice delegata di Europictures, responsabile della distribuzione italiana del film. 

A Beautiful Day: la trama 

Joaquin Phoenix è Joe, un ex militare perseguitato da incubi violenti di giorno e di notte, che si prende cura della madre anziana con cui vive in periferia. Il passato per lui è ricco di dolore e le conseguenze delle sue esperienze sono inevitabili e difficili da affrontare. Per vivere egli cerca di liberare bambine e adolescenti vittime di abusi sessuali, fino a quando viene ingaggiato da un importante politico per salvare la figlia Nina, finita in un giro di prostituzione minorile molto pericoloso. Joe sfida dei criminali pervertiti e spregiudicati per proteggere la ragazza e cercare di riscattare la sua vita una volta per tutte. La trama non sembra molto originale, infatti è possibile paragonare A Beautiful Day anche a Léon con una giovanissima Natalie Porter e Jean Reno, oppure al più recente Drive di Nicolas Winding Refn. 

Tuttavia la messa in scena e lo stile di Lynne Ramsay rendono questo film originale e intrigante. In una New York avvolta dai rumori e suoni della frenesia urbana, Joe è un personaggio ben scritto e ricco di sfumature, che Phoenix rende perfettamente con un’interpretazione da Oscar. Il suo disagio interiore si avverte in ogni azione, anche perchè la sceneggiatura è povera di dialogo, ma il silenzio parla per chi è capace di ascoltare un tipo di linguaggio diverso. Joe ha un lato buono e uno cattivo. Per vivere è un assassino, ma sceglie di proteggere i più deboli e buttarsi in guerre solitarie, apparentemente impossibili da vincere. Nella sua mente arde il fuoco del conflitto, con se stesso e con il mondo in cui vive, ma all’esterno una inquietante calma procede parallela alla sete di sangue quando, armato di martello, compie la sua giustizia. Un senso di protezione incontra il desiderio di vendetta, ma il rapporto di Joe con la madre malata tira fuori una inaspettata tenerezza. 

A Beautiful Day: l'anima tormentata di Joaquin Phoenix

A Beautiful Day, premiato alla scorsa edizione del Festival di Cannes per miglior attore e migliore sceneggiatura, è un thriller fortemente drammatico che racconta la realtà degli emarginati dalla società e un’amicizia sincera con un inusuale senso di paternità. L’infanzia violata è al centro della storia, ma la regista sottolinea una speranza nel futuro data anche dalla sensibilità di Joe, nonostante il suo aspetto e le sue azioni brutali. I personaggi si esprimono molto con lo sguardo, mentre intorno a loro una realtà torbida e aggressiva provoca una serie di vittime. La Ramsay affida ai corpi la responsabilità narrativa, e Phoenix affronta uno dei suoi ruoli più fisici e ruvidi della sua carriera. Il ritmo forse è l’unico punto debole di A Beautiful Day che spesso rallenta, forse troppo, minando il dinamismo del racconto, accompagnato dalla colonna sonora curata da Johnny Greenwood.

Il rapporto tra Joe, un orso solitario con la barba lunga e un look trasandato, e Nina, una bambina simile ad un angelo, minacciata per la sua innocenza, è il cuore di questa avventura urbana in cui gioca un ruolo fondamentale l’emotività. Ispirato al romanzo di Jonathan Ames, il film di Lynne Ramsay ha una sua identità ben radicata, e non si limita a seguire fedelmente le pagine del libro. La regista scozzese, infatti, è abituata ad apporre la sua firma su ogni lungometraggio che porta sullo schermo, e anche per A Beautiful Day è accaduto questo. Ma, senza dubbio, la sua fortuna è stata avere la collaborazione di Joaquin Phoenix come protagonista, poichè il film è costruito intorno alla sua figura così dirompente, spirituale e vibrante. Nonostante il budget non elevato si percepisce la complicità tra la regista e l’attore per costruire insieme un film coinvolgente ed emozionate. L’estetica è, tuttavia, la prima preoccupazione della Ramsay che compone ogni inquadratura bilanciando le luci e le ombre, secondo un disegno preciso nella sua mente. La fotografia è livida, mentre il montaggio è sincopato, per un effetto dissonante per descrivere un inferno sulla terra.

A Beautiful Day: un film non per tutti

Spesso il cinema ha raccontato le vittime della guerra, quei veterani con profonde ferite sul corpo e sull’anima che l’America sembra dimenticare, dal momento che tornano a casa dopo aver prestato servizio. Molti di loro devono fare i conti con i fantasmi del passato, con la perdita, la paura e l’inadeguatezza all’interno di una società che non è più come l’avevano lasciata. Re-intregrarsi il più delle volte è difficile, come un detenuto che esce di prigione e non sa dove sbattere la testa. A Beautiful Day sottolinea infatti il coraggio di una rinascita, ma è un film che ha bisogno di essere metabolizzato, forse perchè diverso da quello che siamo abituati a vedere. Infatti, leggendo la trama e vedendo la locandina accattivante, gran parte del pubblico potrebbe immaginare un action thriller sullo stile dei film con Liam Neeson o Denzel Washington, ma Lynne Ramsay va oltre e sperimenta per donare un prodotto di alta qualità, diverso, e intimo. Non manca il sangue, ma sono le lacrime a prendere il sopravvento, se si vive l’evoluzione personale di questo protagonista intenso e controverso, dall’inizio alla fine. Come ha detto la regista in conferenza stampa a Roma, “oggi siamo molto abituati ad un cinema spettacolare, in stile Marvel, ma a me piacciono ancora i film basati sulla scrittura, la recitazione e il montaggio”. Lo stordimento dei blockbuster può disabituare il pubblico ad apprezzare questi film dal taglio più indipendente, ma con un cast indovinato e una regia creativa e coraggiosa, le possibilità possono aumentare. 

Voto: 7