Abracadabra, la favola moderna di Pablo Berger

Pablo Berger dirige una storia grottesca, tra comicità e follia, che strizza l'occhio al cinema di Almodovar e Alex de la Iglesia.

Le prime inquadrature di Abracadabra che esplorano la periferia grigia di Madrid, sembrano suggerire che il film di Pablo Berger possa essere un dramma familiare tipico del cinema indipendente contemporaneo. Ma non è così, perchè il regista si diverte fin da subito a ingannare il pubblico, e non ci vuole molto per rendersene conto. “Per me la tastiera è una specie di tavola ouija e mi lascio trascinare, trasformando i miei demoni e immagini in modo disordinato e caotico: questo fa sì che i miei film escano dal seminato” ha dichiarato il regista in un’intervista a Cineuropa.

Abracadabra: nella trama un significato nascosto

Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma lo scorso anno, Abracadabra racconta la storia di Carlos (Antonio de la Torre), un operaio edile frustrato e aggressivo che vive con la moglie Carmen (Maribel Verdu) e la figlia adolescente (Priscilla Delgado) in un grande palazzo lontano dalle zone della capitale spagnola che siamo abituati ad ammirare sul grande schermo. Carmen è una casalinga che si sente trascurata dal marito, e non riesce più ad avere un dialogo con lui senza litigare. Ma, dopo aver partecipato ad un matrimonio affollato qualcosa cambia. Durante il ricevimento, infatti, Pepe, il cugino di Carmen, appassionato di arti magiche, ipnotizza Carlos per gioco, ma non immagina le bizzarre conseguenze. Carmen non riconosce più il marito, ora così affettuoso, premuroso, romantico e attento alle esigenze della sua famiglia. E’ davvero necessario tornare indietro e sistemare le cose? A volte è meglio non scavare troppo nel passato, ma accettare la casualità degli eventi. 

Abracadabra: un film imprevedibile e originale

Dai costumi al trucco, fino all’arredamento degli ambienti, Abracadabra è fiero di uno stile gipsy, a tratti davvero kitch. Colori pastello invadono lo schermo, ricordando il cinema di Pedro Almodovar, come anche i personaggi eccentrici e sopra le righe. Il registro è sicuramente quello della commedia, ma con una ironia a tratti surreale che anima il ritmo della sceneggiatura. Il film, infatti, è continuamente sospeso tra realtà e fantasia, con una serie di illusioni e assurdità che ricordano il recente film svedese The Square che ha conquistato il pubblico di Cannes lo scorso anno, o il curioso El Bar di Alex de la Iglesia. “Io e Alex ci conosciamo dall’età di 18 anni e siamo come siamesi separati alla nascita. Lui è l’azione e io la riflessione: ammiro il suo cinema e mi interessa molto. Giochiamo con gli stessi riferimenti” ha sottolineato Berger. Dopo ogni scena ci si chiede cosa accadrà subito dopo, con un misto di eccitazione e timore. Berger si spinge spesso oltre i limiti e non sempre questo è un successo, poichè Abracadabra risulta senza dubbio originale e ambizioso, ma non senza fragilità. Molti sanno che il regista spagnolo ha un debole per l’atmosfera fiabesca immersa nella modernità. Besti pensare al suo adattamento Blancanieves del 2012. E questo nuovo progetto si conferma una favola moderna ricca di humour, ma con dei risvolti inquietanti.

Il grottesco incontra una comicità discreta e una satira elementare. Abracadabra è il perfetto manifesto della black comedy, che offre un nuovo punto di vista della possessione e si arrende alla componente mistery. La cosa curiosa è la suddivisione del film che Berger ha scelto di operare. Infatti, mentre la prima parte ci presenta il piccolo nucleo familiare e ci fa assistere all’incantesimo improvvisato, puntando sulla simpatia dell’improbabilità, nella seconda parte il film si trasforma in un thriller horror, regalando scene sanguinolente degne del cinema di Kubrick o di Tarantino. Lo spettatore è colto di sorpresa, proprio nel momento in cui ha ormai decretato il genere del film senza troppi indugi. Il realismo aiuta lo stupore che, forse, non sarebbe stato lo stesso per una produzione hollywoodiana. Il cinema di Berger ha una identità precisa che può piacere o meno, ma riesce a far dialogare il sogno con la difficile e impervia realtà di tutti i giorni.

Abracadabra: un cast versatile

Il cast è adatto ai vari ruoli e trasmette un carisma trascinante, ma alcuni stratagemmi all’interno della storia non sono abbastanza giustificati dal regista, e ciò li rende superflui. “Maribel è un’attrice di razza: si muove perfettamente dal dramma alla commedia. E mi piace che i suoi occhi siano la sua forma di espressione: nei miei film non ci sono grandi dialoghi e mi piace la sua reazione a tutto” ha detto Berger parlando dell’attrice protagonista che ricorda per certi versi Sally Hawkins che abbiamo ammirato nell’ultimo film di Guillermo Del Toro, La Forma dell’Acqua - The Shape of Water. Tuttavia tutti i personaggi sono ambivalenti e si muovono con padronanza all’interno di una storia che viaggia verso l’assurdo, tenendo i piedi saldamente ancorati alle nuvole. Abracadabra è un film realizzato per una pura spensieratezza, unendo elementi noir, momenti di horror gotico, riflessioni sociali e le dinamiche di coppia, per una commedia dark dai colori vivaci tipicamente spagnola. La capacità di Berger di costruire una gag visiva è indiscutibile, insieme all’estetica accattivante che porta sullo schermo immagini impeccabili che spesso richiamano gli anni ’80. Merito anche dello scenografo Alain Bainee. 

Un film semplice, ma divertente da vedere, soprattutto per un pubblico curioso e di mentalità aperta. “Non mi impongo di essere un regista di culto né di fare cose controcorrente, per provocazione, anzi; il mio cinema è aperto, racconta cose, e come se fosse una lasagna, ogni spettatore può sceglierne strati diversi: possono divertirsi tutti, dal cinefilo alla casalinga. Credo nel cinema che non esclude lo spettatore” ha affermato Berger, invitando quindi a vivere questo film come un’esperienza sensoriale e ludica, adatta a tutti. Forse c’è bisogno di questo tipo di film dal sapore europeo, con una cornice insolita e un cuore intrigante e passionale che esplora il linguaggio narrativo sperimento varie forme. Perciò quando sentite pronunciare la parola “Abracadabra” - la prima che si impara da piccoli quando si vuole provare a diventare un mago armato di bacchetta magica - fatevi prendere dalla magia e, per un’ora e mezza cadete vittima di un incantesimo ambientato in una Madrid stilizzata, invadente co-protagonista. 

Voto: 7