Agnieszka Holland sotto attacco in Polonia per Green Border: "Fa propaganda come i nazisti"

Il film della regista, vincitore del Premio Speciale della Giuria a Venezia 80, fa infuriare il governo polacco

Polemica in Polonia attorno a Green Border, l'ultimo film di Agnieszka Holland che ha vinto il Premio Speciale della Giuria a Venezia 80. Al centro del racconto ci sono infatti le clamorose contraddizioni del governo polacco e dell'Unione Europea sulle politiche di accoglienza e di immigrazione. I protagonisti del film (prossimamente in Italia distribuito da Movies Inspired) sono una famiglia di rifugiati siriani, un'attivista e una giovane guardia di frontiera che si incontrano sul confine polacco-bielorusso durante la crisi umanitaria causata dalla guerra in Ucraina e dalla chiusura dei confini voluta dal premier Lukashenko.

Agnieszka Holland: The Green Border fa infuriare il governo

I migranti vengono rimbalzati ferocemente da un lato all'altro della frontiera: da una parte, la Polonia e l'Unione Europea accolgono i rifugiati ucraini, in particolare donne, bianche e cristiane; dall'altra, si comportano esattamente come il tanto criticato dittatore Lukashenko, violando i diritti umani e respingendo chi arriva da Siria, Medio Oriente e Africa subsahariana, specie se maschio e musulmano. La riflessione della Holland, molto simile a quella che Kasia Smutniak ha portato al TIFF con Mur, ha mandato in tilt il governo Morawiecki.

"Nel Terzo Reich, i tedeschi producevano film di propaganda che mostravano i polacchi come banditi e assassini. Oggi hanno Agnieszka Holland per quello", ha scritto sui social Zbigniew Ziobro, il ministro della Giustizia polacco. Girato in un tetro bianco e nero ed esplicitamente politico, Green Border ha conquistato la giuria e le critica a Venezia per il suo impatto e per la capacità di evitare ogni trappola ricattatoria. Da quando è passata alla Mostra con il suo lavoro, però, la Holland è praticamente bandita dal suo Paese.

Green Border, Agnieszka Holland minacciata in Polonia

L'European Film Academy, di cui la Holland è Presidente, difende con forza la regista polacca. In una lettera aperta, l'Accademia del cinema europeo sottolinea che oggi è quanto mai necessario "guardare con occhio critico e attento alle storie umane, invece di distogliere lo sguardo". I film della regista sono proprio "caratterizzati da una profonda umanità e rispetto, e lei merita di essere trattata con rispetto e umanità". 

"L'arte – si legge nella nota – può essere a volte dolorosa e scomoda, oppure liberatoria e illuminante. Il cinema ha il potere di mettere in moto le cose e di promuovere il dialogo tra le persone". "Chi critica – conclude l'EFA – lo fa perché ama la vita, le persone, il proprio Paese, il mondo e desidera un cambiamento e un miglioramento per tutti. Chi tace si è arreso".

Solidarietà è arrivata anche dall'ICFR, l'International Coalition for Filmmakers at Risk. La coalizione internazionale a supporto dei cineasti a rischio condanna gli "spaventosi attacchi" contro la Holland e il suo film in Polonia. L'ICFR chiede in un comunicato "la fine immediata dell'ostilità e delle minacce contro Agnieszka Holland" e sollecita "un impegno critico nei confronti delle questioni importanti del nostro tempo, così come sono visibili intorno a noi in Europa e nei film realizzati qui".