A Berlino la fantascienza dell'Est Europa tra b movie e filosofia

Tra i film della retrospettiva dagli anni Sessanta riaffiora Ikarie XB 1, budget limitato e creatività

Della fantascienza, classica e moderna, conosciamo soprattutto l'ampia produzione americana e britannica, e i b movies italiani. Ma cosa accadeva altrove nel mondo? Per esempio, in Cecoslovacchia? Il 2016 è stato l'anno che ha visto riaffiorare dal passato, dopo un attento lavoro di restauro, Ikarie XB 1. Prima al festival di Cannes, poi a quello di Berlino che l'ha inserito nei titoli della retrospettiva dedicata alla fantascienza distopica, a come scrittori e cineasti immaginavano il futuro del mondo, con tutte le sue imperfezioni.

Diretto nel 1963 da Jindrich Polak, Ikarie XB 1 prende il nome dalla navicella spaziale che nel XXII secolo è in viaggio verso i pianeti di Alfa Centauri con la missione di individuare nuove forme di vita. L'apertura del film si avvicina all'horror con un uomo che vaga negli spazi dell'astronave con lo sguardo perso e i movimenti di un folle in stato febbrile; si aggira in una sorta di labirinto onirico e cerca di mettersi in contatto con qualcuno da microfoni appesi al soffitto che hanno la forma di occhi. E' un inizio misterioso, e tale rimarrà fino alla fine, quando quel personaggio ricomparirà, salvato insieme agli altri scienziati scampati a un virus che si era introdotto nella navicella. In mezzo, ovvero per il resto del film, c'è un lungo flash back nel quale si snoda la traccia di una narrazione ricca di sorprese e di un approccio filosofico alla fantascienza e al cinema (come accadeva in molto cinema dell'Europa dell'Est). Non ci sono creature aliene, ma molti depistaggi. L'attività lavorativa e personale (il comandante ha lasciato la moglie incinta sulla Terra) del gruppo, uomini e donne, procede tra esplorazioni e momenti di svago. Da una parte, durante un'escursione in una base vicina alcuni membri dell'equipaggio scoprono i cadaveri di una spedizione risalente al XX secolo, molti dei quali rimasti intatti, e gli oggetti che andavano di moda in quel periodo lontano. Dall'altra, l'equipaggio partecipa a una festa di ballo organizzata sull'astronave. Tutti sono in abito da sera e danzano. Il futuro rimane per loro ignoto. Cosa li aspetterà sul pianeta bianco, da dove una forma di vita li ha salvati dal virus, verso il quale si stanno dirigendo? Polak non dà risposta alla domanda, invita a proseguire in viaggio al termine di un film realizzato con budget limitato e invenzione creativa, tratto dal romanzo La nube di Magellano (1995) dello scrittore polacco Stanislaw Lem, autore anche di Solaris.