Film recenti, omaggi a registi e interpreti (da Stephen Frears a Francesco Maselli, da Isabella Ferrari a Valerio Mastandrea) al festival giunto alla diciottesima edizione
Per la conoscenza del cinema del vecchio continente, sia per quanto concerne le nuove tendenze sia per lo sguardo che offre su registi che ne hanno scritto pagine rilevanti, il Festival del cinema europeo di Lecce è un appuntamento da non perdere. La diciottesima edizione (3-8 aprile 2017) testimonia tali scelte. Da una parte i numerosi omaggi: al cineasta turco Nuri Bilge Ceylan, all'inglese Stephen Frears, alla polacca Agnieskka Holland, agli italiani Francesco Maselli e Valerio Mastandrea, all'italiana Isabella Ferrari. Dall'altra, il concorso lungometraggi e la sezione dedicata alla commedia europea. Senza dimenticare la settima edizione del premio intitolato a Mario Verdone (che fu critico, saggista, storico del cinema) e assegnato dalla famiglia Verdone (Silvia, Carlo e Luca) a un giovane autore (massimo 40 anni) che con la sua opera prima si è distinto nell'ultima stagione cinematografica; la vetrina con le attività del Centro Sperimentale di Cinematografia; la rassegna di documentari "Cinema e realtà"; il festival in corto; la sezione "Cinema ed Europa" con la decima edizione dell premio Lux e lo spazio Short Matters per i cortometraggi che hanno avuto la nomination al Best European Short Film Awards 2016.
Estrapoliamo alcuni titoli (che il lettore e spettatore curioso può trovare in dvd) dagli omaggi proposti ad altrettanti cineasti. Nuri Bilge Ceylan è il nome di punta della nuova cinematografia turca. Il suo C'era una volta in Anatolia vinse nel 2011 il Grand Prix al festival di Cannes (ex-aequo con Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne). Un film che conferma lo sguardo (anche troppo) d'autore (colto, raffinato, pre-vedibile, che piace) del quotato regista, a suo agio nel costruire inquadrature esistenzialiste spesso con lunghi piani sequenza. Raccontando, in questo caso, un gruppo di personaggi in cerca di un cadavere nelle steppe dell'Anatolia.
Stephen Frears è autore inglese eclettico la cui filmografia viaggia fra Gran Bretagna e Stati Uniti, fra opere storiche, sociali, biografiche e testi che rileggono i generi. The Queen (2006) esprime bene il suo lavoro nel descrivere un periodo ben definito e travagliato della recente storia inglese, segnato tanto dalla morte della principessa Diana quanto dalla neo-elezione di Tony Blair a primo ministro. Helen Mirren offre un'interpretazione superba della Regina Elisabetta mentre dialoghi appuntiti, battute sferzanti, dove coesistono umorismo e tensione drammatica, danno un ritmo incalzante (nella miglior tradizione della sceneggiatura anglosassone).
Tra gli omaggi italiani, quello a Francesco Maselli è particolarmente importante perché ripercorre il cinema di un autore da sempre impegnato politicamente, e più ampiamente in un discorso culturale sulla società italiana, dall'esordio nel 1955 con Gli sbandati ai film più recenti, come Le ombre rosse del 2009. Film, quest'ultimo, che, riflettendo sui contrasti e le possibili vicinanze fra gli occupanti di un centro sociale romano e un anziano intellettuale, si pone, pur nelle necessarie diversità formali e di approccio narrativo, come l'ideale prosecuzione di un film di Maselli del 1970, Lettera aperta a un giornale della sera, sulla crisi d'identità della sinistra italiana di allora. I festival sono biblioteche che permettono a generazioni che si succedono di incontrare pezzi pregiati della storia del cinema.