I film di supereroi offrono "soluzioni semplicistiche e sensazionali" alle "complessità del mondo moderno": parole del papà di "Watchmen"
Alan Moore si è guadagnato immensa fama e ammirazione eterna tra gli amanti dei fumetti grazie a opere seminali come Watchmen, From Hell, La Lega degli Straordinari Gentlemen e V for Vendetta. Agli inizi degli anni Ottanta, ha rivoluzionato la DC Comics rinnovando la saga di Swamp Thing, prima di interrompere definitivamente i rapporti con la casa editrice. Eppure, al visionario genio di Northampton, uno degli autori di fumetti più influenti della storia, i film che portano al cinema personaggi e avventure dei comics non piacciono. Anzi: li reputa la morte della cultura.
Alan Moore, fumetti e cinecomics: amore e odio
In una delle sue rare interviste, concessa al sito Deadline, Alan Moore ammette che quando qualcuno paragona i fumetti ai cinecomics, "questo mi mette ancora più in difficoltà".
Non vedo un film di supereroi dall'epoca del primo Batman diretto da Tim Burton. Hanno devastato il cinema, e in un certo senso anche la cultura. Alcuni anni fa ho detto che pensavo fosse un segnale davvero preoccupante il fatto che ci fossero centinaia di migliaia di adulti in fila al cinema per vedere personaggi creati cinquant'anni fa per intrattenere ragazzini dodicenni. Mi sembrava una sorta di desiderio d'evasione dalle complessità del mondo moderno e un ritorno a un'infanzia nostalgica e ricordata. Qualcosa di pericoloso, che stava rendendo infantile la popolazione.
Moore ritiene che i blockbuster basati sui fumetti siano poco interessanti e soprattutto distanti dai problemi di strettissima attualità.
Potrebbe essere completamente una coincidenza, ma nel 2016 quando gli statunitensi hanno eletto un satsuma nazionalsocialista [il presidente Donald Trump, ndr] e gli inglesi hanno votato per uscire dall'Unione europea, sei dei dodici film di maggior incasso di quell'anno erano di supereroi. Non dico che un elemento causi l'altro, ma penso che siano sintomi della stessa cosa: un rifiuto della realtà e il bisogno di soluzioni semplicistiche e sensazionali.
Alan Moore: film di supereroi "rubati ai loro creatori"
Il confronto tra i film Marvel e DC Comics e i fumetti da cui questi traggono ispirazione è impietoso secondo Moore.
Tutti questi personaggi sono stati rubati ai loro creatori originali, nessuno escluso. Hanno dietro di loro una lunga fila di fantasmi. Nel caso dei film Marvel, Jack Kirby. Non ho alcun interesse per i supereroi, erano una cosa inventata negli anni Trenta per i bambini e sono perfetti per intrattenere i ragazzini. Ma quando si prova a rivolgersi agli adulti, penso che in un certo senso si raggiunga il grottesco.
Moore non ha visto nemmeno Joker, apprezzato da pubblico e critica proprio per la tremenda complessità del copione di Todd Phillips e Scott Silver.
Mi hanno detto che non sarebbe esistito senza il mio Batman: The Killing Joke, ma tre mesi dopo averlo scritto l'ho rinnegato, era troppo violento: era Batman per l'amor di dio, un tizio vestito da pipistrello. Penso sempre di più che il miglior Batman sia stato Adam West: uno che non ha mai preso sul serio il personaggio.
Fonte foto copertina: Disney / Marvel Studios
Fonte foto interna: Warner Bros