Il nuovo film di Antonio Rezza e Flavia Mastrella alla Cineteca di Milano. I due registi furono scoperti dal festival di Bellaria nel 1991
Bellaria ospitava ogni anno uno dei più bei festival di cinema (Anteprima per il cinema indipendente italiano), poi cancellato e rifatto perdendo la profonda ricerca che lo caratterizzava. Nel 1991 fummo travolti dalla visione di due cortometraggi girati da un esordiente, Suppietji e Deborah. Di Antonio Rezza, il regista e l'attore di quelle due brevi schegge anarchiche, di umorismo contagiante, di trasformismo del corpo, di destrutturazione del sonoro, non sapevamo nulla. Da quel momento, Antonio Rezza e la compagna Flavia Mastrella, complice artistica del lavoro sul set e sul palcoscenico, creeranno, opera dopo opera, una poetica contundente raccontando, attraverso gesti, parole, performance surreali, la solitudine del vivere, l'orrore dei luoghi comuni, la morte, l'amore, la vecchiaia, l'Italia ritratta in episodi documentari per e oltre la televisione. I film approdano ai festival, vincono premi (Bellaria, Torino), il primo lungometraggio Escoriandoli è selezionato alla Mostra di Venezia del 1996. Gli spettacoli teatrali viaggiano in Italia e all'estero. Per Rai Tre Rezza e Mastrella realizzano la serie Troppolitani (1999-2000), interviste sul filo dell'assurdo a persone incontrate per strada. Nel 2002 firmano il lungometraggio Delitto sul Po, che ridà flagranza al loro cinema, un noir ambientato nel delta del Po costituito di micro-episodi separati da densi stacci a nero. La coppia pubblica libri (da non perdere Clamori al vento) e viene omaggiata con retrospettive. E continua a produrre e a porre lo sguardo su questioni troppo spesso semplificate dai media. E' il caso di Milano, via Padova, il loro film più recente.
Di via Padova si è parlato e si parla solo per etichettarla come la zona più pericolosa di Milano, quasi sempre senza cercare di approfondire lo stato delle cose che ha portato nel corso degli anni a tensioni crescenti tra milanesi e immigrati, di ascoltare e comprendere la reale situazione. Rezza e Mastrella avevano inizialmente pensato di realizzare un cortometraggio, poi il lavoro si è espanso per diventare un lungometraggio (in visione dal 24 febbraio all'1 marzo 2017 al cinema Spazio Oberdan, la sala della Cineteca di Milano; domenica 26 febbraio 2017 gli autori incontreranno il pubblico alle 21.15). Con il loro stile, Rezza e Mastrella hanno compiuto un viaggio sull'autobus 56 che percorre tutta via Padova. Quella zona multietnica di Milano, nelle immagini del film, prende forma dalle interviste agli immigrati, dai canti e dalle musiche di persone che la società intollerante vorrebbe silenziare. Spiegano i due registi: "Nel film spicca il lavoro di persuasione portato avanti negli anni dai mass media sulla popolazione. L'uniformità di argomentazioni relative al razzismo lo rende doppiamente grave e inibisce il sentimento. Il film racconta, attraverso il canto, la convivenza forzata e la cultura di chi è straniero. È il canto a farci vedere la dolcezza di un ritmo naturale da tempo dimenticato in Occidente. A pochi minuti dall'inizio delle interviste la via che sembrava deserta ha iniziato ad animarsi".