Gal Gadot "è una campionessa di sionismo": i Paesi arabi boicottano Assassinio sul Nilo

La presenza dell'attrice israeliana nel cast del giallo di Kenneth Branagh solleva polemiche dall'Egitto al Kuwait

Assassinio sul Nilo è a quota 80 milioni di dollari al botteghino internazionale ma sta suscitando numerose polemiche nei Paesi arabi. Il motivo è la presenza dell'israeliana Gal Gadot nel cast del film di Kenneth Branagh. L'attrice è una pro-IDF: come tutti i cittadini israeliani, Gadot ha svolto il servizio militare nell'esercito e non ha mai nascosto le sue posizioni nette a favore degli interventi armati delle forze israeliane in Palestina, anche durante il bombardamento di Gaza nel maggio 2021.

Assassinio sul Nilo: film scatena polemiche in Egitto

Un articolo del giornalista Ibrahim Ayyad apparso su Al-Monitor, il quotidiano sul mondo arabo con sede a Washington, fa sapere che l'uscita di Assassinio sul Nilo in Egitto e in Arabia Saudita ha sollevato un polverone perché il giallo "apre la strada alla normalizzazione culturale e artistica con Israele". La campagna promozionale di lancio ha suscitato polemiche diffuse soprattutto in Egitto per l'ambientazione del giallo al Cairo, anche se le riprese sono avvenute nel Surrey. 

Hizb Al-Mohafezeen, il partito conservatore egiziano, ha elogiato tutti quei Paesi che hanno vietato il film e appoggia il loro rifiuto assoluto di "normalizzazione" dei rapporti con Israele. Il movimento invita tutti gli altri governi arabi a "respingere le pratiche e le violazioni di Israele" e a "richiamare l'attenzione del mondo sulla giusta causa palestinese".

Libano e Kuwait hanno vietato del tutto l'uscita nelle sale e ogni proiezione pubblica del film. In Giordania diversi attivisti hanno espresso solidarietà al popolo palestinese lanciando l'hashtag #BantheZionistMovie sui social e invitando gli spettatori a boicottare il film e le autorità a proibire l'arrivo di Assassinio sul Nilo sugli schermi.

Assassinio sul Nilo, Gal Gadot nell'occhio del ciclone

L'esortazione degli attivisti filo-palestinesi non è stata accolta dalla commissione giordana. Il responsabile Tariq Abu al-Ragheb ha fatto sapere che Assassinio sul Nilo uscirà regolarmente perché il suo contenuto "non riguarda questioni religiose o arabe in generale, compresa la causa palestinese" e "la nazionalità degli attori e il loro credo religioso e politico non possono essere collegati a nessun film".

Non è la prima volta che i film con l'attrice israeliana sono osteggiati nei Paesi arabi. Wonder Woman è stato messo al bando in Libano dopo una campagna di boicottaggio sostenuta da Hezbollah e in Tunisia con l'intervento del partito Tayyar al chaabi. In Algeria il festival Nuits du Cinéma ha rimosso il blockbuster dal programma in seguito alle proteste di numerosi attivisti.