Autorità - recensione

Il secondo volume della Trilogia dell'Area X aumenta il sospetto e il mistero dello strano fenomeno ecologico, un vero tour de force spettacolare per il lettore

Autorità di Jeff VanderMeer, edito da Einaudi, è il secondo volume della Trilogia dell’Area X. Come detto per il libro che lo precede nella serie, Annientamento, l’Einaudi sta procedendo a una pubblicazione ravvicinata dei tre romanzi incentrati sull’Area X, luogo anomalo che si riproduce con un proprio ecosistema nella Florida del Nord e che pare impenetrabile e soprattutto inspiegabile. Dicevamo pubblicazione ravvicinata, pochi mesi tra un romanzo e l’altro proprio per permettere un’esperienza di carattere immersivo, tipo quella che sperimenta con la nuova serialità non televisiva, alla Netflix per intenderci. Offrire la possibilità di essere sempre a contatto con la storia e i suoi personaggi, senza perderne i l filo e costruendo la personale modalità di fruizione, una forma di consumo originato da una altro media per stimolare l’impazienza nel lettore (spettatore) per il nuovo capitolo. Insomma, una sorta di universo espanso che parta dalla lettura e dal libro invece che dall’audiovisivo.

Autorità è un passo avanti nella vicenda di Annientamento ma è anche un passa di lato. Mi spiego. In Autorità protagonista è l’ente governativo che deve gestire l’emergenza Area X, nello specifico un’emergenza definita catastrofe ecologica e che quindi richiede l’impiego dell’esercito. Più che sufficiente per alimentare immediatamente nella popolazione l’idea del complotto. L’ente governativo incaricato del tutto è la Southern Reach (che nell’originale è il titolo della trilogia). John Rodriguez, detto Controllo, deve entrare in possesso della maggiore quantità d’informazione possibile ed è qui che trova il suo ostacolo. Unica vera fonte di informazione è una sopravvissuta all’Area X, la biologa, che però rimane sfuggente e soprattutto elusiva nelle cose che dice. Se in Annientamento ha dominare era un’inquietudine pervasiva in Autorità a farla da padrone è il sospetto. Il sospetto che tutti sappiano cosa stia accadendo dentro l’Area X, ma che ciascuno nasconda questa conoscenza per motivi oscuri.

Il personaggio di Controllo entra pagina dopo pagina nella storia acquisendo peso e diventando il centro di gravità dell’intera vicenda, ma come in un labirinto di specchi, l’Area X fa confondere realtà e incubo, sovrapponendo le due dimensioni e facendole coesistere simultaneamente. La spiegazione razionale qui va in malora e sembra avere più consistenza l’idea paranoica che ci sia qualcos’altro, o qualcuno (un demiurgo), e che da un punto nascosto vede e manipola tutto, che forse non è l’Area X a essere un territorio da esplorare ma che siamo noi le sue cavie da laboratorio. Ancora una volta siamo dalle parti di Phlip K. Dick, solo che Jeff VanderMeer è ben conscio delle sue capacità (che PKD ha invece buttato via come ha ben scritto Jonathan Lethem) e non gioca con le sue ossessioni ma ci proietta dentro una trama ben congegnata e avvincente che si muove tra avventura, fantascienze e horror.

Opera seriale ed espansa questa Trilogia dell’Area X di cui, ora, non bisogna far altro che aspettare il terzo e ultimo volume.

Massimiliano Psitonesi