Beneath Cloud: sentimento e scoperta di due mondi opposti. Gratis su PopcornTv

Beneath Cloud è la storia di Lena e Vaughn. Uno sguardo autentico sul rapporto tra occidente e aborigeni gratis e legale su PopcornTv

«Un lavoro fantastico... In grado di toccare le nostre anime»
Giura del Festival di Berlino

«Ivan Sen è destinato ad avere una brillanyte carriera»
Vogue Australia

Il progresso può uccidere (Progress can kill) è una pubblicazione di Survival International, edita nel 2007. Si tratta di uno studio che ha avuto il merito di porre in luce alcuni aspetti inquietanti delle azioni "civilizzatrici" sulle minoranze indigene locali.
Si legge: «L’imposizione del “progresso” alle tribù non porta mai vite più lunghe e più felici, bensì esistenze più brevi e miserabili, che hanno come unica via d’uscita la morte. Il “progresso” così inteso ha già distrutto la vita di molti popoli e ne minaccia tanti altri».

Anche Beneath Cloud, cinque anni prima, aveva affrontato la percezione e il vissuto degli aborigeni australiani sotto una prospettiva assolutamente unica nel panorama cinematografico.

Il lavoro del promettente regista Ivan Sen risulta davvero autentico nel tracciare la storia di Lena, figlia di madre aborigena e padre irlandese, e Vaughn un ragazzo in un carcere di minima sicurezza nel nord ovest. Eventi drammatici li gettano insieme in un viaggio senza soldi e nessun mezzo di trasporto. Per Lena, Vaughn rappresenta la vita da cui sta scappando. Per Vaughn, Lena incarna la società che lo ha respinto. E per un brevissimo lasso di tempo, essi sperimentano una rara vera felicità insieme.
Due società opposte che si guardano negli occhi, due culture e due ragazzi che scoprono sentimenti che non avrebbero creduto possibili.

È frutto del progresso anche la storia di Lena e Vaughn?

PopcornTV vi offre in streaming, gratuito e legale, Beneath Clouds, vincitore del premio nuovo talento a Danielle Hall, premio miglior film a Ivan Sen (Festival internazionale di Berlino), premio miglior direzione a Ivan Sen e premio miglior fotografia a Allan Collins (Australian film institute). Per vederlo vi basta cliccare QUI.