Blade Runner 2049: ecco come è stata riportata in vita la replicante Rachael

Spiegata la realizzazione digitale della replicante Rachael di Sean Young, grazie a effetti visivi e speciali molto particolari.

Il team VFX dietro Blade Runner 2049 rivela come sono rimasti fedeli al mondo creato nel film originale di Ridley Scott, dando al sequel di fantascienza la sua identità unica e vivida. Oltre a ricreare un mondo distopico, dove la tecnologia permea in ogni aspetto della vita quotidiana, l'aspetto che ha creato maggiormente dibattito è stato il procedimento che ha riportato in vita la replicante Rachael di Sean Young. 

Blade Runner 2049, nella trama anche la replicante Rachael: ecco come è stata riportata in vita

Una ricostruzione in CG del replicante di Rachael interpretato da Sean Young nel film originale era forse la sequenza individuale più impegnativa, poiché al personaggio era richiesto un incontro emozionante con Rick Deckard, interpretato da Harrison Ford. "Avrebbe richiesto un CG completo sul corpo di una vera attrice, ma riuscire a capire come ottenere la sottigliezza emotiva era difficile", afferma John Nelson, regista degli effetti speciali del Blade Runner di Villeneuve. Loren Peta ha collaborato alla realizzazione del replicante Rachael di Sean Young (che ha fatto da consulente) sul set, con la performance facciale catturata digitalmente e utilizzata come riferimento dagli artisti di MPC.

Il lavoro si è basato anche sulle foto di Young dei primi anni '80 : infatti, si è operata una scansione del cranio per ottenere un'idea più chiara delle proporzioni del naso, degli zigomi e della mascella. "Abbiamo completamente rintracciato tutte le causticazioni oculari e la dispersione", spiega Richard Clegg, supervisore del VFX di MPC. "Quando gli occhi si muovevano anche solo per una frazione, abbiamo simulato il tessuto che oscillava nel bulbo oculare stesso”.

L'obiettivo iniziale di unire la performance di Peta in una perfetta replica digitale è stato accantonato, in quanto "Il lavoro di Loren è stato grandioso, ma non siamo riusciti a trasferire l'anima dietro i suoi occhi in digitale", spiega Nelson. "Siamo tornati alla performance originale di Sean e abbiamo trovato manierismi che si accordavano con la sceneggiatura del 2049 su emozioni che andavano dalla fiducia alla brama, fino al rifiuto. Abbiamo usato ciò e i dati di riferimento per animare a mano l'intera scena". Ecco il vidoe che spiega come è stata realizzata Rachael: 

La realizzazione dell'ambientazione in Blade Runner 2049

Il primo Blade Runner di Ridley Scott, arrivato al cinema nel 1982, è stato per trent'anni un modello di design futuristico e di fantascienza, da Minority Report (2002) a Ghost In The Shell (2017). L'incarico del regista degli effetti visivi, John Nelson, che si è occupato della pellicola di Denis Villeneuve, Blade Runner 2049 era di rendere il sequel "tonalmente uguale, ma visivamente diverso". Ecco cosa ha dichiarato:

Volevamo che sembrasse un mondo usato, un mondo analogico e che gli effetti apparissero come se fossero stati fotografatiDenis è stato abbastanza chiaro sul fatto che non voleva l’apparizione di fiamme nella sequenza di apertura come nell'originale, ma che venisse trasmesso l'aspetto di un complesso industriale dall’architettura pesante. Abbiamo eliminato la maggior parte degli edifici di medie dimensioni in modo da avere edifici normali e giganteschi e abbiamo abbassato il livello stradale per creare un canyon. Abbiamo evitato di creare ingorghi nei cieli e di popolare città con migliaia di segni. 

 Fonte immagine in evidenza: https://www.facebook.com/50000feet/