C'è ancora domani, polemica per i fondi negati al film: chi c'era davvero dietro la bocciatura del Ministero

"Repubblica" pensa di fare uno scoop ma incappa in un clamoroso autogol: a escludere il film di Paola Cortellesi fu Franceschini

Ad un mese dal suo arrivo nelle sale, C'è ancora domani di e con Paola Cortellesi ha incassato quasi 25 milioni di euro. Un risultato stellare per il film finto-neorealista dell'attrice e regista romana, finito nelle ultime ore al centro di una polemica tutta interna a media e politica. Con quello che si è rivelato un clamoroso autogol, Repubblica rivela che il Ministero della Cultura aveva ritenuto il progetto "un'opera di scarso valore artistico", negandogli l'accesso ai fondi di finanziamento pubblico.

C'è ancora domani: incassi stellari, fondi pubblici negati

A confermarlo è Alberto Pasquale, il presidente dell'Umbria Film Commission. "Il progetto – spiega – si è classificato al 51° posto, l'ultimo, in quanto opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l'identità nazionale". Nello specifico, C'è ancora domani rientrava in una sottocategorie di opere il cui costo non avrebbe superato i 5 milioni di euro. 

Quelle finanziate sono state Rapito di Marco Bellocchio, Comandante di Edoardo De Angelis e Confidenza di Daniele Luchetti, adattamento del romanzo di Domenico Starnone che ancora non è uscito in sala: i primi due con 630mila euro, il terzo con 350mila. C'è ancora domani è finito ultimo in graduatoria insieme a Le assaggiatrici di Silvio Soldini, attualmente in fase di preparazione. 

Pensando di colpire il governo Meloni, Repubblica mette sotto accusa il ministro Gennaro Sangiuliano, ma una replica dell'ufficio stampa del MiC specifica che a scartare C'è ancora domani dal finanziamento fu il precedente ministro: Dario Franceschini. "La decisione della Commissione che ha bocciato il film di Paola Cortellesi – si legge nella nota – porta la data del 12 ottobre 2022. Il ministro della Cultura allora in carica, che ha nominato la Commissione, non era Gennaro Sangiuliano che ha giurato il 22 ottobre 2022".

Le date non mentono. La bocciatura di questo film di grande successo, diventato il simbolo della lotta delle donne contro la violenza di genere, non è imputabile a un organismo nominato dal ministro Sangiuliano né è avvenuto in data in cui lui era in carica. Spiace, infine, che questa polemica sia inserita nel discorso più generale legato a questo importante tema. Il Ministero della Cultura è in prima fila, con le sue nuove attività presentate qualche giorno fa insieme ai ministri Giuseppe Valditara ed Eugenia Roccella, per promuovere una cultura del rispetto e dell'educazione.

Dal MiC, inoltre, aggiungono che C'è ancora domani ha ottenuto un ritorno di 3,5 milioni di euro grazie al tax credit, la legge sul recupero del credito di imposta.

Franceschini, Cortellesi e Sangiuliano: che intreccio

Intervenendo sull'accaduto, Sangiuliano definisce il film di Paola Cortellesi "molto bello" e consiglia di vederlo, ma si lascia andare ad un commento a dir poco inappropriato. 

Se fosse dipeso da me, sarebbe stato in cima alla lista delle opere finanziate. Questo conferma il lavoro con cui stiamo riformando l'intero sistema. Per fortuna che, a breve, nel pieno rispetto della normativa, ci sarà una nuova Commissione.

Franceschini, attuale senatore del Pd, replica allo stesso modo. L'ex ministro, per otto anni consecutivi al dicastero, ha trovato "splendido" il film, ma ribadisce che "il compito di un ministro è solo tutelare l'autonomia della Commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise". 

Un ministro che interferisce nelle decisioni di una Commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo. Per questo ho letto stupefatto e preoccupato le affermazioni del ministro Sangiuliano.

La contro-replica di Sangiuliano non tarda ad arrivare. Il ministro suggerisce a Franceschini di indirizzare ad altri "i suoi suggerimenti su ciò che è lecito e ciò che non lo è, su ciò che può fare un ministro e ciò che non può fare".

Una contestazione che mi ha stupefatto e preoccupato e che avrebbe dovuto stupire e preoccupare anche lui, che ha guidato il Ministero per tanti anni e conosce bene norme e regolamenti. Come li conosco altrettanto bene io, che su questo non accetto lezioni da nessuno.

Per metterci una pezza, Repubblica ha contattato Valerio Toniolo, esperto nella Commissione per la cinematografia del MIBACT e uno dei membri che ha escluso C'è ancora domani. "Non spetta alle commissioni comunicare con la stampa, ma il loro compito è quello di prendere decisioni, basate su parametri chiari, che vengono verbalizzate passo passo", dichiara l'esperto in cinema laureato in Scienze politiche con una tesi in Diritto parlamentare sull'ostruzionismo.

Foto: Claudio Iannone / Vision Distribution