Carlo Verdone su pandemia e futuro del cinema: "Immagino un film su Furio"

L'attore e regista romano racconta il suo confinamento domestico e rivela che Furio sarebbe un personaggio perfetto per una commedia pandemica

Carlo Verdone ha segnato la storia del nostro cinema, raccontando con il suo peculiare mix di comicità e malinconia i caratteri e le vicissitudini di almeno due generazioni di italiani. Tra film scritti, diretti e interpretati, l'attore e regista romano è protagonista di una storia che accompagna il pubblico da oltre quarant'anni. Non poteva mancare un suo commento a questa fase difficile del Belpaese, piegato dall'emergenza sanitaria e dalla crisi socio-economica causata dall'epidemia di coronavirus. 

Carlo Verdone, Magda e Furio perfetti per la pandemia

Verdone, intervistato da Antonella Alba per Rai News 24, fornisce il suo punto di vista sugli effetti che la pandemia ha scatenato sui comportamenti degli italiani. 

Sono certo che ci sarà meno arroganza verso il prossimo. Questo virus ha un comportamento molto 'democratico': non guarda in faccia nessuno e fa sentire tutti nella stessa barca. Porterà ad una disciplina maggiore verso sé stessi e verso gli altri. Non escludo, però, che esso possa portare anche a forme di depressione per alcuni legate per esempio al lavoro o a problemi relazionali dovuti alla lunga quarantena. Ma in ogni caso porterà ognuno di noi a riflettere sulla necessità di avere estrema cura del nostro pianeta dal punto di vista ambientale. Perché credo che questo virus è come un 'avviso di garanzia' che la terra ci manda.

Quel che si vede in giro quando si mette il naso fuori casa per lavoro, necessità o semplicemente per fare la spesa, sembra una replica del celebre Furio, il funzionario logorroico e pedante che in Bianco, rosso e Verdone ossessiona la moglie Magda (la compianta Irina Sanpiter). 

Furio sarebbe il personaggio perfetto per una commedia ambientata in queste settimane: "ossessionato dal terrore del contagio in modo parossistico ed ossessivo". 

Doppia mascherina, scorta di guanti, misurazione due volte al giorno della temperatura corporea, controllo dell'applicazione su dove si è recata la moglie e chi ha incontrato. Purificazione delle maniglie di casa, delle chiavi, del cellulare, delle banconote con alcol. Fuga istantanea da chi ha un colpo di tosse innocuo. Un uomo che finirà dal neurologo o dallo psichiatra perché ce lo manderà la moglie a calci nel sedere… 

Verdone immagina un film sul tema, ma da una prospettiva diversa. 

Dobbiamo continuare a scrivere in massima libertà ma non possiamo dimenticare il patema che abbiamo subito e alcuni dettagli comportamentali che andranno leggermente a modificarsi. I virus non restano in eterno e la vita riprenderà. Ma credo che qualcosa non sarà esattamente come prima. 

Carlo Verdone, ultimo film sospeso: che ne sarà del cinema?

L'attore, regista, sceneggiatore e comico sta trascorrendo le giornate in isolamento domestico pensando al ciò che verrà, non senza un pizzico della sua nota ipocondria. 

Non serve a nulla vivere nell'angoscia perché quello che temi, probabilmente, non arriverà. Scrivo molto, il mio prossimo libro, il mio prossimo soggetto cinematografico, anche se è troppo presto per un'idea precisa, ne stiamo parlando. Mi piace molto occuparmi delle mie piante, ne ho tante sul mio terrazzo. Ma la sera non posso non riflettere su questa pandemia.

Si vive una volta sola, la sua 27esima commedia la cui uscita era stata fissata al 26 febbraio, è stato uno dei primi film rinviati a data da destinarsi per la chiusura delle sale cinematografiche a causa della pandemia. Il futuro del cinema è a rischio? Non per Verdone. 

Credo che se riusciremo ad azzerare veramente i contagi la produzione cinematografica ripartirà, anche prima di un vaccino. In questo modo il cinema potrà diventare la prima rassicurazione per lo spettatore, cioè si potrà entrare in una sala e vivere senza angoscia la storia di un film. Ci vorrà, ovviamente, un po' di tempo, ma i tanti che ora non lavorano torneranno a lavorare per il cinema, perché il cinema, secondo me, non morirà mai. È il tempio dell'immagine. 

Fonte foto: https://youtu.be/vt-AJsVUgLs