Dopo le anteprime al Sundance e al Bari International Film Festival il film d'esordio dell'attore comico black Jordan Peele arriva nelle sale italiane
Al Sundance Film Festival di gennaio 2017 ha avuto una proiezione speciale. Poi, è uscito negli Stati Uniti diventando subito un caso, il film da non perdere, la riscossa del cinema indipendente americano, e doppiamente, trattandosi di un'opera innovativa anche nel contesto delle produzioni african-american. Inoltre, Scappa: Get Out è l'esordio nella regia di Jordan Peele, figura di riferimento della nuova scena comica black statunitense, creatore insieme a Keegan-Michael Key della serie televisiva Key and Peele (2012-2015) e in precedenza fondatore della ventennale serie MadTV (1995-2016) e ideatore della caricatura di Barack Obama. Una lunga esperienza di attore e autore satirico, prima di esordire dietro la macchina da presa con Scappa: Get Out, singolare horror tinteggiato di disagio crescente, dialoghi fitti talvolta depistanti per lo humour inserito in una storia che ritrae con originalità il razzismo dei bianchi nei confronti della comunità nera. Scritto, oltre che diretto, dal trentottenne Jordan Peele, Scappa: Get Out sarà nei cinema italiani da giovedì 18 maggio 2017, mentre il BIF&ST (Bari International Film Festival (22-29 aprile 2017) lo ha inserito fra le anteprime della sua ottava edizione.
Si può interpretare Scappa: Get Out come una versione moderna di un classico del cinema progressista e liberal americano, Indovina chi viene a cena? (1967) di Stanley Kramer, dove la figlia di una coppia benestante (Spencer Tracy e Katharine Hepburn) presentava ai genitori il fidanzato nero (Sidney Poitier). In una villa altrettanto sfarzosa abitano il padre e la madre della giovane Rose (è Marnie Michaels nella serie Girls), fidanzata da cinque mesi con il fotoreporter Chris Washington (l'attore black british Daniel Kaluuya - Sicario), segnato da un trauma infantile legato alla morte della madre. Un week end, molto particolare coincidendo con la ricorrenza rituale nella quale si ricorda la figura del patriarca della famiglia, Rose decide di fare conoscere ai suoi Chris.
Questo è il pre-testo. Ma l'incipit del film, una scena che potrebbe apparire autonoma mentre anticipa il senso più profondo di questa commedia nerissima, esprime già il mistero e il disagio, e l'attenzione per i dettagli e i contrasti cromatici, poi sapientemente distribuiti: un giovane nero persosi nella notte viene aggredito da uomini mascherati e fatto sparire dentro un'automobile bianca. Di lì a poco, nella villa con tenuta, il bianco e il nero domineranno le inquadrature: il colore della pelle, gli abiti indossati, il buio e la luce. E un'atmosfera che fa virare quel raduno familiare, annunciato come vacanza tranquilla in mezzo alla campagna, nel quale convergono molti altri ospiti bianchi, ricchi e razzisti (dietro, ma neanche troppo, la facciata rispettabile), in un'orgia macabra dove nessuno - tranne Chris - è quello che sembra. Tantomeno l'adorata fidanzata Rose, vera e propria artefice del progetto. Il giardiniere e la domestica neri paiono zombi e hanno uno sguardo lobotomizzato (lei, in vestito bianco, fa venire in mente la cameriera senegalese al lavoro per una coppia di bianchi sulla Costa Azzurra e infine suicida nel capolavoro degli anni Sessanta di Ousmane Sembene La noire de...). La madre di Rose abusa della sua professione di psichiatra e dell'utilizzo dell'ipnosi per penetrare la mente di Chris. Il padre di Rose si serve delle sue doti di neurochirurgo per praticare esperimenti sul cervello di giovani neri (Chris non è che l'ultima preda della satanica Rose).
Con lo sguardo e la memoria a testi che hanno fatto la storia dell'horror, da Society di Brian Yuzna a Videodrome di David Cronenberg, Jordan Peele costruisce scena dopo scena un accerchiamento tanto narrativo quanto formale, ancor più prezioso perché condotto con i codici del cinema popolare dentro cui si annidano i segni d'autore di un regista colto e raffinato. Da non lasciarsi sfuggire e da seguire con attenzione nelle sue prossime tappe creative.