L'attrice, intervistata dal Corriere della Sera, rivela cosa successe sul set di "OcchioPinocchio": "Oggi sarebbe denunciato"
Lavorare con Francesco Nuti fu "un'esperienza devastante". Lo rivela Chiara Caselli in un'intervista concessa al Corriere della Sera. L'attrice, 57 anni, si affermò negli anni Novanta. Aveva appena 19 anni quando iniziò la carriera nel mondo del cinema, scappando di casa per affrancarsi da una famiglia catto-comunista bolognese. L'incontro con l'attore e regista toscano avvenne nel 1994, sul set di OcchioPinocchio: un film che si rivelò un enorme fiasco critico e commerciale.
Chiara Caselli: Francesco Nuti "oggi sarebbe denunciato"
"La fiducia la riacquistai dopo l'incontro con Liliana Cavani. L'avevo persa durante OcchioPinocchio di Francesco Nuti", racconta Caselli.
Un'esperienza devastante. Dico solo che, oggi, in un mondo in cui la mentalità rispetto agli abusi è profondamente diversa, Nuti avrebbe avuto una denuncia. Avevo 26 anni, ero giovane. Lui non c'è più e non voglio aggiungere altro.
Con Cavani riuscì a realizzare Dove siete? Io sono qui, film che la portò ad entrare nel cast di Al di là delle nuvole di Michelangelo Antonioni e Garage Olimpo di Marco Bechis. Un altro incontro particolare dell'attrice fu quello con Harvey Weinstein, il potente produttore condannato a 16 anni di carcere per violenze sessuali. "Non ci provò, se è quello che volete sapere", sottolinea nell'intervista.
Dopo avermi vista nel film corale di Marco Tullio Giordana (La domenica specialmente, ndr) mi chiamò per Pulp Fiction. Nel provino le battute me le diede Quentin Tarantino, il regista, secondo una modalità che in Italia non c'è. Al provino non presero me ma, come moglie di Bruce Willis, Maria de Medeiros. A Weinstein in seguito mandai il mio primo cortometraggio come regista, Per sempre, che racconta la fuga d'amore di due bambini. Mi disse che provava a mandarlo a Hollywood per un'eventuale candidatura agli Oscar ma non c'era tempo.
Chiara Caselli: Nuti, Keanu Reeves e Antonioni
I registi le chiedevano sempre di spogliarsi e di recitare in scene difficili. "Il mio corpo è un personaggio, se c'era necessità, nessun problema", ammette oggi. Un aneddoto illuminante in tal senso è legato ad un cult movie della Hollywood degli anni Novanta.
Ricordo Belli e dannati di Gus Van Sant, eravamo nudi, io e Keanu Reeves, lui bello, sicuro di sé, con un rispetto totale del mio corpo. Io, una pischella di 23 anni. Tutto naturale.
"Invece fui in forte imbarazzo, mi spiace dirlo ma è così, con Michelangelo Antonioni, in Al di là delle nuvole", aggiunge l'attrice. Era il 1995, l'ultimo film del maestro ferrarese che si sarebbe ritirato di lì a poco.
Vedevo un uomo, in quelle condizioni fisiche così precarie, attaccato alle attrici, filmava i nostri corpi con una certa morbosità. Per fortuna sua moglie Enrica e Wim Wenders, che collaborava, ebbero cura di me.