Cinema e videogames, un matrimonio da favola

Dai fantasy agli sparatutto, passando per l’horror per l’azione. Sono tantissimi i giochi trasportati sul grande schermo.

Chi non è mai restato incollato allo schermo guardando Angelina Jolie nei panni dell’archeologa più famosa del mondo? Lara Croft, videogioco dal 1996 e film dal 2001. Insieme all’ex moglie di Brad Pitt, anche Alicia Vikander, quest’anno, ha fatto la sua parte.

17 anni fa, il primo film della saga fu un investimento di 115 milioni di dollari per la Paramount Pictures, che ne ha incassati oltre 270. La critica invece fu spietata: sul sito di settore Rotten Tomatoes detiene un 20% di gradimento su 157 recensioni professionali, mentre Razzie Awards ha candidato la Jolie come peggior attrice protagonista proprio per questo film.

Quello di Tomb Raider è solo un esempio del rapporto produttivo c’è tra il mondo del cinema e quello dei giochi online. Una linea sottile che unisce personaggi, storie, nomi, ma non solo. Anche e soprattutto esperienze e metodologie, impostazioni e stili: il cinema infatti è sempre più animato da actions e ritmi tipici del videogame, mentre quest’ultimo sfrutta tecniche, narrazioni e prospettive tipiche della cellulosa. Massimo esempio di questa sinergia è forse Matrix, film di fantascienza del 1999, scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski.

La pellicola, che vanta tantissimi riconoscimenti tra cui 4 oscar, si ispira dichiaratamente ad un gran numero di opere, tra cui romanzi, fumetti e in particolar modo videogiochi. Altro titolo da citare è sicuramente American Sniper, a firma di Clint Eastwood, del 2014 dove lo sguardo Bradley Cooper, che impersona il cecchino americano realmente esistito Chris Kyle, diventa un tutt’uno con quello dello spettatore, proprio come accade nei più classici degli “sparatutto”.

L’eterno interscambio tra grande schermo e consolle

I protagonisti, in prima battuta, i grandi film fantasy e di fantascienza, dai Supereroi Marvel a quelli di Star Wars, passando ovviamente al Signore degli Anelli e ad Harry Potter. Ma anche il genere horror è di primissima fascia. Prendete ad esempio Resident Evil, film del 2002 diretto da Paul Anderson è ispirato ovviamente all’omonima serie di videogiochi. Creato nel 1996 da Shinji Mikami e prodotto da Capcom è stato protagonista di un vero e proprio boom di franchise: fumetti, libri, gadget. Ma soprattutto film, con una saga di ben 6 titoli.

Sempre legato al Giappone è Final Fantasy, tra i più famosi giochi per consolle, con oltre 130 milioni di copie vendute dal 1987, non ha avuto altrettanto successo nel versante cinematografico. Il film, diretto nel 2001 da Hirobu Sakaguchi, detiene il primato del film più costoso ispirato a un videogioco: ben 137 milioni.

L’inaspettato insuccesso, che quasi mandò in bancarotta la Square Pictures, non negò ottime recensioni da parte della critica, soprattutto per l’aspetto tecnico e il realismo della caratterizzazione dei personaggi.

La traduzione di videogiochi in film, infatti non sempre è andata come si pensava. Nodo della questione è la differenza di pubblico: i fan accaniti, ed abituati alla consolle, non sempre apprezzano la trasposizione. È successo così per Warcraft, un videogioco epocale ma un film da flop assoluto.

Tra incassi e vendite, quello che è certo però è che il matrimonio tra cinema e games è tutt’altro che in crisi. E ne avrà ancora per molto.