Civiltà Perduta, rilasciata una nuova clip del film sull'esploratore Percy Fawcett

Civiltà Perduta di James Gray racconta l'incredibile storia dell'esploratore britannic, Percy Fawcett e del suo viaggio in Amazzonia alla scoperta di El Dorado. Ecco la nuova clip.

Diffusa online la prima clip di Civiltà Perduta (in inglese The Lost City of Z) di James Gray. La pellicola è tratta dall'omonimo libro di David Grann, Z, la città perduta. Il film arriverà nelle sale italiane il 22 giugno e sarà distribuito da Eagle Pictures e Leone Film Group. Civiltà Perduta narra dell'esporatore britannico, Percy Fawcett e della sua straordinaria avventura in Amazzonia nei primi anni del Novecento, alla ricerca di El Dorado, un'antica civiltà composta da indigeni cannibali, vicini all'uomo di Cro Magnon. Online disponbile una nuova clip del film. 

Civiltà Perduta, la prima clip del film

Ecco la prima clip del film Civiltà Perduta, diffusa online: 

Civiltà Perduta, il film: ecco la trama

Percy Fawcett è un esploratore britannico che intraprende, nel 1925, un viaggio in Amazzonia, alla ricerca di un'antica civiltà, ossia del regno di El Dorado. La sua impresa catalizza l'attenzione di milioni di persone in tutto il mondo: anche il figlio lo segue nella sua entusiasmante avventura, per aiutare il padre a confermare l'esistenza della civiltà, da lui rinominata Z. La spedizione, però, non procede secondo i ppiani e sparisce nel nulla. Un'esperienza cruda, sanguinosa, che si sviluppa nella natura selvaggia della Bolivia novecentesca, in cui un esploratore ha come obiettivo principale quello di scoprire l'antica civiltà indigena e cannibale che avrebbe, poi, chiamato Z. Prima che esploratore, Percy Fawcett, interprato da Charli Hunnam, è un ex militare che, insieme al figlio Jack, (Tom Holland) si addentra nella giugla amazzonica, guidato dalla sua più grande ossessione: trovare la civiltà perduta. Un viaggio di sola andata, che ha il gusto di un amaro colonialismo, come sottolinea Gray:

La mia intenzione in questo film era anche quella di far capire che gli indigeni sono loro stessi una realtà culturale indipendente. Non mi interessava farli vedere buoni o cattivi. Il libro, va detto, non è propriamente centrato sul razzismo dei bianchi, ma sfortunatamente il soggetto è ancora attuale. Basti pensare a Trump. Fare un film revisionista sul tema 'uomo bianco nella giungla' era un modo per fare 'mea culpa' nei confronti di tutti i danni che gli europei hanno causato a quelle popolazioni indigene. Ho amato molto l'idea dell'esplorazione di un mondo sconosciuto e fuori controllo - ha detto, sempre a Berlino Pattinson -. Non so però quanto sopravvivrei nella giungla, senza cellulare e Twitter.

Fonte immagine in evidenza: https://www.youtube.com/watch?v=7-NSgf9TmdY