Contagion, lo sceneggiatore rivela: "Ci avevano avvertito, era solo questione di tempo"

Lo ha dichiarato Scott Z. Burns, l'autore del copione del film di Soderbergh: "Ma soltanto noi possiamo essere la cura"

Nei giorni in cui l'epidemia si prepara a correre in Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Usa, molti spettatori continuano a pensare alle immagini di Contagion, il film diretto da Steven Soderbergh nel 2011. La trama è incredibilmente simile a quello che è successo prima nella città cinese di Wuhan, ora in Italia: un virus che si diffonde ad incredibile velocità da Hong Kong a Minneapolis, Chicago, Londra, Parigi e Tokyo. La pandemia della storia inventata da Scott Z. Burns – allegoria di quella mediatica diffusa dalla disinformazione che genera psicosi collettiva – è al centro di numerosi dibattiti e il giornalista Sam Adams del sito Slade ha voluto intervistate lo sceneggiatore per saperne di più sul suo lavoro. 

Contagion: film di Soderbergh aveva previsto tutto?

Da quando l'epidemia di coronavirus si è scatenata, Contagion è diventato in breve tempo uno dei film più visti su iTunes. Burns ne è consapevole e rivela a Slade che gli scienziati che ha consultato durante la pre-produzione sapevano che prima o poi il contagio sarebbe scoppiato. 

Si trattava di capire quando ciò che accade nel film sarebbe successo nella realtà, non se prima o poi sarebbe successo. Una delle cose belle che ho imparato facendo le mie ricerche è cosa significa veramente salute pubblica. È un obbligo reciproco. Noi siamo la cura. Possiamo essere la cura. Significa ascoltare i funzionari della sanità pubblica ed essere consapevoli del tuo obbligo verso i tuoi simili. 

Lo sceneggiatore conferma soprattutto l'accusa rivolta agli Stati Uniti nella prima dichiarazione ufficiale delle autorità cinesi: il coronavirus è nato negli Usa e da lì si è diffuso. Il riferimento è alle parole di un portavoce del ministro degli affari esteri, Zhao Lijian, secondo il quale sono stati gli oltre 300 militari americani a portare il virus ai Giochi militari di Wuhan dell'ottobre del 2019.

È sorprendente per me che la nostra amministrazione non riesca a mandare un messaggio chiaro sulla diffusione del contagio e su come stare al sicuro da esso. Pensare che i personaggi di Contagion parlavano già di distanza sociale!

L'unico antidoto, per Burns, è un sistema sanitario pubblico funzionante ed efficace, non quello smantellato dalle politiche liberiste che hanno favorito la sanità privata e tagliato i fondi alla ricerca. I funzionari con cui lo sceneggiatore e Soderbergh hanno parlato continuavano a ripetere loro un mantra: "nothing spreads like fear", niente si diffonde come la paura. 

Ci si approfitta della situazione di crisi, come il personaggio di Jude Law nel film. Lo stiamo vedendo.

Contagion, trama ci deve far riflettere: "Dipende dai governi"

Oggi vediamo gli effetti di queste politiche: pochissimi posti letto e tanti ospedali chiusi. La soluzione sta in un combinato disposto, nell'attesa che arrivi presto anche il vaccino. 

A questo punto ci vorrà uno sforzo combinato tra il settore privato e quello pubblico per superare il coronavirus. Abbiamo bisogno di persone che uniscano le mani – dopo averle lavate – ed escogitino il miglior modo per agire.

Burns conta su un segnale di speranza e di costruzione del domani a partire dal presente. 

Sono fiducioso perché conosco le capacità degli scienziati di risolvere queste cose e sono grato che il tasso di mortalità di questo virus non sia come quello del film. Credo che lo risolveremo, ma dipende tutto dalle scelte dei governi.

Soltanto a quel punto si potrà cominciare a pensare alle ripercussioni a livello economico e sociale.

Foto: Warner Bros. / Claudette Barius