Intervista Esclusiva a Daniele Monterosi: "Sergio Castellitto il mio punto di riferimento"

L'attore Daniele Monterosi ci ha raccontato la sua carriera tra cinema e tv, dal set di Gomorra - La Serie al ruolo con Sergio Castellitto ne Il Tuttofare

Daniele Monterosi è un attore romano molto attivo al cinema, teatro e televisione. I fan di Gomorra lo avranno apprezzato nei panni di Silvano, protagonista della prima storia omosessuale della seguitissima serie tv, ma negli ultimi mesi Monterosi è stato presente sul grande schermo con diversi film in uscita. Ha interpretato una versione moderna dell' apostostolo Tommaso in Oh Mio Dio! di Giorgio Amato, ha recitato al fianco di Sergio Castellitto nel film Il Tuttofare, ed è stato parte del cast Memorie di Vasari di Luca Verdone e di Quando Corre Nuvolari, diretto dal compianto Tonino Zangardi. Abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola con lui, riflettendo sul mestiere dell'attore e curiosando sui set delle sue esperienze tra piccolo e grande schermo.  

Cosa vuol dire per lei essere un attore?

Ho iniziato studiando al Centro Sperimentale di Cinematografia, la scuola nazionale di Cinema. Ricordo che un giorno venne a tenere un corso sulla poesia Arnoldo Foa. Si mise lì davanti a noi, dietro la grande scrivania dell’aula magna della scuola, e col suo vocione caldo e profondo borbottò: “Fare l’attore significa saper fare ventimila cose!”. Ancora oggi è la mia risposta preferita.

Secondo la sua esperienza quali sono le caratteristiche chiave che un attore deve avere per conquistare il pubblico?

I modi per conquistare il pubblico sono i più disparati. Sono sicuro che se domani iniziassi a fare video con un paio di mutande in testa riscuoterei un certo successo. Io ho scelto però un’altra strada: preferisco concentrarmi sul fare bene il mio lavoro!

Il ruolo di Daniele Monterosi in Gomorra - La Serie

Pochi mesi fa ha partecipato alla terza stagione di Gomorra - La Serie. Ci parli del tuo personaggio e di cosa le è rimasto di quella esperienza. 

Il mio personaggio si chiama Silvano ed entra in scena nella seconda puntata della terza stagione. Silvano è uno steward di volo, padre di Giulia e fidanzato con Gegè. La nostra è la prima storia d’amore omosessuale nella serie Gomorra. Per la delicatezza del tema e l’intimità con la quale la si voleva raccontare è stato importante e prezioso avere un partner di scena come Edoardo Sorgente (Gegè) ed essere guidati dalla sensibilità del regista Claudio Cupellini. Una bellissima esperienza, intensa e dalla quale ho imparato molto. Questa storia d’amore, seppur breve, ha fatto molto discutere e ha suscitato gli apprezzamenti di moltissimi fan della serie che ancora oggi mi scrivono.

Nel film Oh Mio Dio! che ruolo ha?

Nel film mocumentary Oh mio Dio!  di Giorgio Amato - da fine Marzo nella sale - si racconta cosa accadrebbe se Gesù decidesse di tornare tra di noi oggi. Io interpreto uno dei suoi neo-apostoli: Tommaso. Solo che in questo film - che alterna la commedia, al grottesco, al dramma - Tommaso è un barista. Un barista po’ scettico all’inizio - d’altronde si sà, visto il nome - che però poi decide di seguire il figlio dell’uomo.

Daniele Monterosi: workshop per allenare gli attori

Come è stato coinvolto in questo progetto?

Conoscevo e stimavo Giorgio Amato grazie ai suoi film precedenti. E poi un giorno è stato proprio lui a cercarmi e a propormi l’idea per questo film. Venne a trovarmi nella mia palestra (da qualche anno porto avanti ESTAD, una palestra che ho creato per l’allenamento di attori professionisti) e mi propose un ruolo. Il film è molto corale, così Giorgio scelse anche molti attori che frequentavano ESTAD e li ha inseriti nel film. Visto il gran numero di attori impegnati sul set, mi chiese anche una mano come acting coach. Era la prima volta che mi trovavo impegnato in una produzione come attore, acting coach e “trainer” di molti degli attori presenti sul set. Per questo sono molto legato a questo progetto. E per questo non smetto mai di ringraziare Giorgio per la fiducia e l’opportunità che mi ha dato.

Dunque lavora anche come trainer per attori?

Come ho detto, da quattro anni a Roma porto avanti ESTAD. Uno spazio per il perfezionamento dell’attore dove ho creato un vero e proprio sistema di allenamento che sta portando importanti risultati a tanti colleghi. E poi tengo Masterclass in giro per l’Italia. Mentre ti scrivo infatti sono a Modena dove stiamo creando una bella realtà artistica grazie ai ragazzi di Atto Zero.

Ha imparato ad essere un attore o è nato sentendosi tale? L’allenamento le è servito solo per perfezionarsi? Pensi alla recitazione come qualcosa di istintivo o razionale?

Esiste il talento ed esistono gli strumenti che permetto al talento di esprimersi al meglio. Il trucco sta nel saper bilanciare queste due parti. Per questo non smetto di studiare. Come dice Andre Agassi: se non ti alleni, non meriti di vincere.

Come pensa che il pubblico possa percepire questo film?

Il film è stato accolto benissimo nelle prime proiezioni in Italia e ha raccolto il premio del pubblico a Mosca presso il Riff (Festival del cinema Italiano in Russia).

Daniele Monterosi: un ricco curriculum tra cinema e tv

Cosa farebbe lei se Gesù apparisse oggi tra noi?

Farei esattamente quello che già faccio.

Quanto è difficile proporre qualcosa di diverso oggi nel cinema italiano?

Il problema non sono mai le idee. Le idee non mancano mai, in nessun campo. La differenza la fa chi, oltre alle idee, riesce a sviluppare sistemi per realizzarle e supportarle nel lungo periodo. Un progetto “diverso” ha bisogno di una progettazione mirata e accorta, se vuole avere qualche possibilità di vedere la luce. C’è bisogno insomma di miglior strateghi, anche in questo campo.

Ha partecipato al film Quando Corre Nuvolari, in che ruolo?

Il film ripercorre la vita di Tazio Nuvolari, il più grande pilota di tutti i tempi. Io interpreto Mario Umberto Borzacchini, uno dei suoi amici più intimi. Corsero anche nella stessa scuderia sotto la direzione di Enzo Ferrari.

Cosa vuol dire per lei aver lavorato con il regista Tonino Zangardi prima della sua scomparsa?

Ci sono tanti sacrifici dietro ad un film. Girammo questo film due anni fa. Ricordo un set sereno. Ricordo anche un Tonino preoccupato: la sua poetica e la sua visione prevedevano il bianco e nero per questo film. Sarebbe riuscito a portarla fino in fondo? Dopo due anni di difficoltà finalmente il film esce nelle sale, in banco e nero come voleva lui. Il pubblico ci sarà, chi mancherà sarà proprio Tonino. La cosa mi rattrista e mi tocca nel profondo. Ci sentiamo tutti un po’ orfani.

Conosceva la storia di Nuvolari o si è documentato meglio in occasione del film?

Conoscevo il pilota e le sue imprese. Il film mi ha dato l’occasione di andare a conoscere meglio l’uomo e le dinamiche umane che c’erano dietro questi piloti. Era un mondo estremamente competitivo dove spesso affioravano rivalità, invidie e gelosie. Ma anche grandi amori. Il film dipinge molto bene soprattuto questi aspetti.

Cosa pensa della distribuzione italiana attuale, visto il suo coinvolgimento in molti film considerati “indipendenti”?

La distribuzione italiana funziona molto bene. Ed è per questo che è molto difficile per un indipendente uscire fuori. Se una produzione indipendente (con poco budget e fuori dai grandi circuiti) vuole avere qualche chance in questo mercato, deve sviluppare nuove competenze e nuove strategie. Ad esempio l’uso dei social per costruire il proprio pubblico prima ancora dell’uscita del film nelle sale. Come dicevo prima, progettazione e strategia devono essere solide e all’avanguardia se sei una produzione indipendente.

Ha recitato al fianco di Sergio Castellitto nel film Il Tuttofare, da Aprile al cinema. Come è stata questa esperienza? Qualche ricordo in particolare?

Ognuno di noi ha dei riferimenti, dei personaggi ai quali si ispira. Sergio Castellitto è uno dei miei. Da sempre. Nel film di Valerio Attanasio ho un piccolissimo ruolo. Però mi sono divertito (il film è davvero esilarante) ed è stata per me un’occasione di passare 3/4 giornate di set accanto ad uno dei miei riferimenti. In quei pochi giorni ho comunque avuto modo di osservare la sua grande professionalità. Ad esempio, nonostante sia anche un grande regista, Sergio Castellitto non andava mai dietro al monitor. Ci andava solo se era Valerio a chiederglielo. Segno di un grande rispetto dei ruoli e delle misure. Nel film ci sono molti attori giovani bravissimi - Guglielmo Poggio, Luca Avagliano (solo per citarne alcuni). Ricordo che Sergio, durante le pause, alle volte, si fermava a parlare con noi. Dava dei consigli. Il suo punto di vista sul come vivere e come approcciarsi alla quotidianità di questo professione. Perle preziose!

Se dovesse dire le cose che ha imparato a contatto con un attore come Castellitto?

Il coraggio di proporre. L’umiltà di ascoltare. E poi la follia, che forse è il suo ingrediente segreto. (Deve però assolutamente vedere il film Il Tuttofare per capire di cosa parlo!)

Quale attore o regista con cui ha lavorato le è rimasto nel cuore e ammira particolarmente? 

Ho iniziato a fare cinema nel 2008 con Il Grande Sogno di Michele Placido. Michele mi aveva visto a teatro e mi volle nel suo film. Quelle sono emozioni che restano indelebili. Di Michele ricordo il fuoco, la passione. Un uomo, un attore e un regista che agisce di pancia, d’istinto. Io ero alla mia prima esperienza e il mio personaggio si muoveva nelle fila del movimento universitario. Gli dissi “Michele, fammi fare!” e lui mi diede molto più spazio rispetto a quello che prevedeva la sceneggiatura originale. Molte delle scene del mio personaggio che sono nel film sono frutto di improvvisazioni. Michele mi diceva “Vai!” e io andavo.

Ha recitato nel film Memorie di Vasari, presentato a Lucca pochi giorni fa. Come è stato lavorare con Luca Verdone e che ruolo ha nel film?

Luca Verdone è uno dei registi più entusiasti con i quali abbia mai lavorato. Luca è innamorato di questa professione. Con lui fu amore a prima vista. Fu uno dei pochi registi che durante il provino mi disse “Ok, ci siamo, questo personaggio sei tu!”. Altra caratteristica particolare: a Luca piace provare il giorno prima delle riprese. Ricordo notti in albergo a provare le scene del giorno dopo. E ricordo anche la sua soddisfazione quando finivamo di girarle. Nel film interpreto il duca di Firenze Alessandro De Medici. Il film è girato in costume e in doppia lingua. In presa diretta girammo in inglese. Poi ci ridoppiammo in italiano per la versione nostrana.

Lei è molto attivo anche sul piccolo schermo. Quali sono i suoi prossimi progetti tv?

Prossimamente usciranno vari progetti per la tv: Carlo e Malik” di Marco Pontecorvo, Non dirlo al mio capo 2 di Riccardo Donna e Una pallottola nel cuore 3 di Luca Manfredi, nel quale ho avuto il piacere e l’onore di recitare accanto ad un altro mio mito che è Gigi Proietti.

Riflettendo sulla serialità, è un fan delle serie tv? Quale sta seguendo al momento?

Sono un appassionato, patito, incallito di serie tv. Le dico le mie preferite del momento altrimenti è troppo lunga la storia. Dunque: This is us, Stranger Things, The end of the f***ing world, The boot at the End (la serie da cui è tratto The Place). Mentre invece per La Casa di Carta ho proprio perso la testa.