Trainspotting 2 sarà una storia sul tempo che passa e sulla sua accettazione: parola di Danny Boyle

Che cosa dobbiamo aspettarci da Trainspotting 2? Ecco cosa ha rivelato il regista Danny Boyle

Danny Boyle (127 ore), è stato a Roma per presentare l'attesissimo Trainspotting 2. Il seguito del film culto riporterà al cinema i personaggi del film del 1996.

La pellicola regalò al regista e al protagonista Ewan McGregor una fama internazionale. Il sequel riuscirà a soddisfare le aspettative, o getterà fango sulla memoria di un film splendido?

Per ora non possiamo esprimerci, ma quello che sappiamo è che Traispotting 2 non sarà un adattamento di "Porno", il romanzo sequel di Trainspotting di Irvine Welsh. Vedremo, però, che fine hanno fatto Renton, Sick Boy, Spud e Begbie a vent'anni di distanza dagli avvenimenti del primo film.

"Parlare di loro dopo 9 o 10 anni, come nel romanzo di Irvine, non ci dava grandi spunti: sarebbe stato poco più di un recap, di un replica di quello che avevamo già detto nel primo film. Ci abbiamo provato ad adattarlo, ma il risultato non ci soddisfaceva: non ne sarebbe venuto fuori un sequel che valeva la pena fare.

Allora abbiamo aspettato, prendendoci dei rischi. Poi, su quella base, lo sceneggiatore John Hodge ha scritto un copione molto più personale: una storia sul tempo che passa, sulla sua accettazione, su come la mascolinità reagisce a tutto questo", ha raccontato il regista.

"Irvine scrive i romanzi e John le sceneggiature, rendendo così le storie e i personaggi qualcosa di diverso rispetto all'originale. Poi io dirigo.

Va bene a tutti così, e in questo caso i temi che volevamo in Trainspotting 2 sono sentiti molto anche da Irvine, quindi tutto è andato alla perfezione", ha proseguito spiegando il rapporto che intercorre tra le tre grandi menti dietro al film.

Come è nato il progetto?

"Quando abbiamo cominciato a lavorare sull'idea di T2, la Sony ha fatto un sondaggio chiedendo al pubblico campione cosa avrebbe voluto in un eventuale sequel. Ed è venuto fuori che le persone volevano sempre le stesse cose: la presenza del cast originale, sapere che fine aveva fatto il personaggio di Kelly Macdonald, e una colonna sonora all'altezza di quella del primo film.

Stranamente nessuno ha richiesto lo stesso regista. Scherzi a parte, la musica per noi era quindi un elemento molto importante:  volevamo usare i brani del primo film come interruttori per scatenare ricordi e collegamenti al passato, ma senza essere banali.

Allora abbiamo usato dei remix, come quello di "Lust for Life" dei Prodigy o "Slow Slippy" degli stessi Underworld, che hanno rimesso le mani su "Born Slippy". Quando partono quei pezzi parte un viaggio nel passato, ma insieme c'è anche un pensiero di morte", ha raccontato.

"Nella sceneggiatura avevamo solo programmato uno di questi flashback, che arriva da Spud quando si ritrova sotto l'arco di un celebre inseguimento del primo film.

Quando poi abbiamo girato, sul set, sono stati gli stessi attori, a volte, a suggerire collegamenti visivi col primo film, come nella scena in cui Rent scappa da Begbie e si arrampica verso l'altro con lo stesso gesto che faceva quando usciva dal water nel film del '96. Al montaggio, abbiamo inserito altre veloci immagini tratte da quel film, ma non volevamo esagerare, cadere troppo nella nostalgia, e alla fine si tratta di un minuto scarso d'immagini sparse lungo tutto T2".

Ma ci sarà anche un messaggio di speranza

"La speranza sta tutta dentro il personaggio che sembrava quello più malmesso di tutti, in Spud, questo buono a nulla che impara a far sentire alla sua voce e scopre il suo talento. Poi c'è Renton che si scusa col padre, e Begbie a suo modo si riconcilia con la famiglia. Sì, una speranza, per quanto modesta, c'è".