Bagnoli Jungle, emozionante capolavoro da vivere fino all’ultimo respiro

Le eccentriche giornate di tre personaggi nello storico quartiere di Napoli. Sullo sfondo l’architettura abbandonata dell’Italsider. Un film surreale e realista, tutto da scoprire

A distanza di cinque anni da L’amore buio, risalente al 2010, il regista napoletano Antonio Capuano è tornato dietro la macchina da presa per realizzare Bagnoli Jungle e per confermare la sua poetica di autore radicale, scevro da compromessi, intimamente indipendente in un panorama cinematografico, quello italiano, dove questa definizione è troppo spesso abusata, fino alla perdita del suo senso originario. Bagnoli Jungle è un gioiello, una pietra preziosa e, come capita agli oggetti rari, di ardua reperibilità. Bisogna andarla a cercare, questa gemma che, dopo l’anteprima mondiale come evento di chiusura della Settimana internazionale della critica della Mostra di Venezia del 2015, non ha ancora trovato una regolare distribuzione italiana, mentre è uscita, con il titolo Historias napolitanas, in Argentina il 16 giugno 2016 e in Uruguay l’11 novembre 2016. Imperdibile questa settimana al cinema è dunque l’appuntamento - per la visione del film e per l’incontro con il regista al termine della proiezione - di venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 20.30 nella sala tre del cinema Massimo di Torino.

Bagnoli Jungle, film nelle parole del suo autore “senza un ordine, senza un senso”, si muove, perdendosi, ritrovandosi e perdendosi ancora, nella giungla di quel quartiere a Ovest della città partenopea evocato dal titolo e dominato dai ruderi dell’Italsider, l’enorme fabbrica per la produzione dell’acciaio dismessa nel 1992 e mai riqualificata. Capuano, che di Napoli è uno dei cantori più acuti e sensibili, percorre e descrive quei luoghi così ben conosciuti e, al tempo stesso, traccia il ritratto di personaggi memorabili: Giggino, cinquantenne dalla vita instabile, ladruncolo di oggetti lasciati sui sedili delle automobili, declamatore di poesie nei ristoranti, sempre di corsa nel mettere in atto una sua originale idea di maratona; Antonio, ottantenne padre di Giggino, ex operaio dell’Italsider, ha trasformato il suo appartamento in una sorta di mausoleo consacrato al Napoli e a Maradona; Marco, ventenne garzone di salumeria, frequenta il quartiere consegnando le provviste a domicilio e, in tal modo, incontrando personaggi alquanto bizzarri, nonché Antonio che, dietro insistenze, gli regalerà la maglia del “pibe de oro”. Tre personaggi e altrettante generazioni. Tre capitoli liberi di sfumare con leggerezza l’uno nell’altro.

Quei corpi, Capuano li pedina, li osserva, osa l’imperfezione (scansando le “belle immagini” e il politicamente corretto di tanto cinema, italiano e non solo), corre con la macchina da presa fino a perdere il fiato oppure si ferma improvvisamente, aderendo così alle caratteristiche e agli stati d’animo dei personaggi, inventa una figura strepitosa, la statua dell’Italia collocata nell’immondizia e impersonata da una ragazza militante in un collettivo che agisce sul territorio per combattere il degrado. E regala, allo spettatore curioso e non assuefatto, un capolavoro surreale e realista, sperimentale e politico, dal profondo senso etico ed estetico. Con la complicità di una stella dello spettacolo napoletano come Antonio Casagrande (nel ruolo di Antonio), di un performer sublime ed esuberante come Luigi Attrice (Giggino), di un giovane talentuoso come Marco Grieco (Marco), scoperto quando aveva 10 anni proprio da Antonio Capuano, che lo scelse, nel 2005, per La guerra di Mario.

Qui di seguito il trailer ufficiale di Bagnoli Jungle:

Fonte immagine di copertina: youtube.com