Ella & John - The Leisure Seeker, la recensione del primo film americano di Paolo Virzì

Ella & John - The Leisure Seeker; pregi e difetti del primo film americano di Paolo Virzì, dominato dalla coppia di protagonisti Hellen Mirren e Donald Sutherland

Ella & John - The Leisure Seeker è il primo film statunitense di Paolo Virzì, il quale aveva già trattato un materiale tipicamente d'oltreoceano adattando nel contesto della profonda Brianza il bestseller Il capitale umano scritto da Stephen Amidon e ambientato nel profondo degli States. Anche quest'ultima sua fatica è l'adattamento cinematografico di un romanzo statunitense di successo - In viaggio contromano di Michael Zadoorian - che è stato proposto al regista livornese dalla Indiana Production Company. Il film vive delle superbe interpretazioni della coppia di protagonisti Hellen Mirren e Donald Sutherland ed è stato presentato in concorso alla settantaquattresima edizione del Festival del Cinema di Venezia

Ella & John - The Leisure Seeker, la trama

Ella (Hellen Mirren) e John (Donald Sutherland) sono l'anziana coppia protagonista. Professore di letteratura lui e tipico intellettuale liberal lui, appassionato ed esperto in particolare di Hemingway, e donna coriacea e testarda lei. Ella & John - The Leisure Seeker inizia con loro che prendono il camper di famiglia (il "leisure seek" del titolo) e partono, all'insaputa di figli e amici.

Ufficialmente l'obiettivo della fuga è visitare la casa di Ernest Hemingway, situata all'incirca all'estremo opposto degli States, ma nel corso della narrazione scopriamo che le motivazioni sono più profonde e tragiche; scopriamo che John, che inizialmente pareva un anziano un po' spaesato come tanti, soffre in realtà di alzeihmer, e che anche Ella ha problemi di salute abbastanza seri.

I due percorrono la lunga strada tra equivoci, litigate, incomprensioni, dimostrazioni d'affetto, ricordi e momenti di grande tenerezza, rivivendo il loro passato, bello o brutto che fosse, e affrontando il presente e il futuro. La varietà dei loro stati d'animo e delle vicende, qui comiche e lì più intimiste e melodrammatiche, è espressa dall'alternanza tra il comico e l'amaro, tra l'ironia e la malinconia abbastanza tipica del cinema di Paolo Virzì. Anche in questo caso c'è la sensazione, anche nei momenti in cui si ride, di avere un "ovosodo in gola che non va né su né giù".

Il biglietto da visita di Paolo Virzì

Effettivamente, da un certo punto di vista e considerando la storia produttiva di The Leisure Seeker – ricordiamolo, affidato a Virzì dalla produzione statunitense -, quest'ultima fatica del regista di Ovosodo (1996) e Baci e Abbracci (1999) può essere considerato un biglietto da visita, una summa, per quanto depotenziata di certi aspetti, del suo cinema; una maniera per presentarsi al pubblico e al cinema d'oltreoceano mostrando i punti di forza e le caratteristiche più riconoscibili.

L'analisi, i difetti

A differenza dei due anziani protagonisti, Virzì avanza con il pilota automatico, senza prendersi grossi rischi. Non prende deviazioni dalla narrazione lineare e dall'alternanza comico-drammatico un po' studiata a tavolino. Virzì ripercorre inoltre i luoghi topici del road movie, narrativi e geografici, anche in questo caso senza sorprendere e affidandosi ai canoni radicati e un po' prevedibili.

Il suo è un viaggio anche attraverso stereotipi, paradigmi e archetipi degli Stati Uniti, nati dal modo in cui questi si sono raccontati come dal modo con cui questi vengono visti dal di fuori. Ci sono i richiami fisici come le lunghe e isolate strade nel deserto, i motel o i fast food persi nelle campagne più profonde, ci sono i bikers e i redkness e ci sono alcune sequenze che sfiorano l'attualità, che purtroppo danno l'impressione che siano frutto di una visione un po' artificiosa da "italiano all'estero". Emblematica da questo punto di vista è la sequenza della manifestazione – il film è ambientato nel periodo delle primarie – dei sostenitori di Donald Trump, abbastanza inutile nell'economia della narrazione, gratuita e posticcia, come messa lì tanto per rispettare uno stereotipo in quel momento alla moda.

Ella & John - The Leisure Seeker è un film indubbiamente professionale e ben fatto, che scorre senza problemi e che è capace di essere piacevole, divertente e a tratti emozionante, ma allo stesso tempo appare troppo programmatico e studiato a tavolino, come condannato ad una medietà decisa in partenza. Per esempio, talvolta risulta artefatta e non ben calibrata, anche quando le sequenze di per sé divertono, l'alternanza tra i momenti da commedia e il tono intimista e più amarognolo di fondo. È un film che fa certamente il suo mestiere, facendolo però come se stesse affrontando un compitino

L'analisi, i pregi

Se come commedia di costume quindi The Leisure Seeker non presenta tracce del miglior Virzì e della sua capacità di raccontare più i vizi che le virtù dei personaggi - ma questo era prevedibile, dati tema e soggetto, e forse inevitabile, certamente non la pecca più evidente del film - e come road movie viaggia seguendo le coordinate della medietà, The Leisure Seeker funziona come ritratto intimista e a livello di impatto emotivo immediato. Non solo grazie alla perfetta alchimia tra i due protagonisti in splendida forma, i superbi Hellen Mirren e Donald Sutherland, entrambi meritevoli della Coppa Volpi a Venezia 74 (se la Mirren aveva sì una concorrenza spietata, lascia più l'amaro in bocca la mancata vittoria di Sutherland) e in qualche modo i veri dominatori del film.

Il regista livornese ha infatti il merito di aver trattato con pudore e asciuttezza gli snodi narrativi a maggior rischio sentimentalismo e lacrima facile, ritrovando sì in questi momenti il suo miglior tocco dolceamaro e riuscendo in fin dei conti ad emozionare senza abusare di retorica.

Virzì mostra grande rispetto nei confronti dei personaggi e del loro dolore. Non è poco, e grazie a questo il film si salva in corner dalla categoria "senza infamia e senza lode", ma nel complesso era lecito aspettarsi di più. A meno che non si prenda Ella & John - The Leisure Seeker come un biglietto da visita internazionale in attesa di opere più personali e coraggiose.

Voto 6,5

Frase

    È il paradiso? credi che si possa avere un hamburger quassù?

Fonte immagine: facebook.com/spietati