Seeyousound, al cinema “un suono che si vede”

A Torino terza edizione del festival internazionale di cinema musicale. In cartellone oltre settanta opere suddivise in tre concorsi e sezioni tematiche

Si chiama Seeyousound il festival internazionale di cinema musicale di Torino. “Il primo in Italia”, come evidenziato in una sorta di sottotitolo. Avrà luogo al cinema Massimo, dal 27 gennaio al 4 febbraio 2017 ed è giunto alla terza edizione. Offrirà un viaggio nei continenti per documentare l'attuale connessione tra il cinema e la musica, e le forme utilizzate dalle due arti per rappresentare tale legame. Infatti, la priorità del festival è quella di andare “alla ricerca dell'immagine che il cinema può restituire della musica e di quanto l'uno possa entrare in risonanza con l'altra”. Una ricerca definita fin dal titolo, che ne contiene il senso, l'intenzione, l'esplorazione di esperienze sensoriali che coinvolgano l'occhio e l'orecchio. Seeyousound, un'unica parola, senza stacchi, per illuminare “un suono che si vede”. E per portare in primo piano, attraverso il cinema e la musica, storie e argomenti del nostro presente instabile tra precarietà, guerre, crisi. Soggetti che ogni giorno tracciano le nostre vite, incontri sorprendenti tra culture, biografie artistiche. Questo, e molto altro, attende gli spettatori.

Il film d'apertura, in tal senso, è significativo di questo percorso e compie, nel volgere di pochi giorni, la sua seconda tappa italiana (sarà poi distribuito nelle sale da Wanted Cinema). È Liberation Day di Ugis Olte, lettone, e Morten Traavik, norvegese, e, dopo il passaggio al Trieste Film Festival, inaugurerà venerdì 27 gennaio 2017 il festival torinese. È importante che i film circolino, che un ampio numero di spettatori abbia la possibilità di vederli e di vivere, attraverso essi, nuove esperienze di conoscenza. Senza questo film e questi festival non avremmo avuto l'opportunità di seguire i Laibach, band di culto ex jugoslava e ora slovena che non ama farsi intrappolare in etichette (l'estetica nazi-fascista che utilizzano li ha visti al centro di molte polemiche) e generi (pop, rock, industrial, techno...), nella tournée in Corea del Nord. Nessun gruppo rock si era mai esibito in quel paese impenetrabile, vera e propria fortezza. Nel film compare anche il filosofo sloveno Slavoj Zizek, anch'egli espressione di un pensiero che usa l'arma della provocazione e quindi perfetto nel descrivere il look dei Laibach. Per Zizek, le sembianze fasciste della band, che ci turbano, sono da guardare con favore proprio perché non sono “satira”, dicono piuttosto un modo tremendamente serio di incarnare il potere brutale che si annida in ogni forma di governo che si ammanti di un’apparente razionalità.

Dal denso programma di Seeyousound, segnaliamo il mediometraggio BJÖRK! The Creative Universe of a Music Missionary di Tita von Harderberg e Hannes Rossacher, biografia dell'artista islandese (in sua assenza) narrata attraverso la musica di Vulcanica, il suo più recente album; il lungometraggio di finzione Born to Be Blue di Robert Budreau, che si concentra su un pezzo della vita del jazzista Chet Baker (interpretato da Ethan Hawke), il suo ritorno sulle scene alla fine degli anni Sessanta; il documentario The Promised Band di Jen Heck, su una musicista e insegnante palestinese che, insieme a donne israeliane, sogna di formare una band femminile frantumando confini e distanze; l'incalzante Fonko di Lamin Daniel Jadama, Lars Lovén e Göran Hugo Olsson, escursione nella musica di alcuni paesi dell'Africa sub-sahariana in compagnia di musicisti che la rappresentano e, al tempo stesso, sguardo sociale e politico su un continente dall'immensa ricchezza e creatività.