Uscirà in autunno negli Stati Uniti. Breve storia della serie cult nata nel 1980 e del protagonista Jason, serial killer con la maschera da hockey
Tredici. Non solo cifra che, abbinata a un giorno della settimana, il venerdì, ha prodotto superstizioni, ma anche numero che la saga horror cult ispirata a quel giorno e a quella data sta per raggiungere, ri-generandosi senza fine, proprio come il suo immortale protagonista Jason. Il conto alla rovescia per il tredicesimo capitolo di Venerdì 13 è già iniziato. Uscirà, guarda un po’…, venerdì 13 ottobre 2017 negli Stati Uniti e si chiamerà, semplicemente, come il capofila della serie, Venerdì 13. Un ritorno alle origini firmato da Breck Eisner, che nel 2010 si era già confrontato con un arduo remake, quello di uno dei tanti capolavori di George A. Romero, La città verrà distrutta all’alba. “La morte ha un giorno” è la frase di lancio del film di Eisner.
La morte ha iniziato ad avere un giorno nel 1980 quando Sean S. Cunningham (proveniente da produzioni a basso costo, si fece già notare con il primo lungometraggio di finzione realizzato nel 1971, Together, esplorazione delle relazioni sessuali nelle coppie, interpretato da Marilyn Chambers, imminente stella dell’hardcore americano più innovativo, utilizzando ancora il vero nome di Marilyn Briggs) scrive la storia di Venerdì 13 e crea l’ambientazione essenziale (un campeggio, un bosco, un lago) nella quale troveranno la morte personaggi destinati al sacrificio. E lentamente comincia a dipingersi la figura di Jason Voorhees, il serial killer con la maschera da hockey. Eppure in quel primo film, dove Cunningham intreccia bene le atmosfere di paura con quelle di un erotismo diffuso, Jason non c’è. Si sa solo che nel 1957 annegò nel lago e che la madre, nel prologo ambientato un anno dopo e poi ventidue anni più tardi, “guidata” dalla voce del figlio, uccise per vendetta ogni frequentatore del campeggio di Crystal Lake. La sua presenza aleggia ovunque, nel lago, nel bosco, ma il suo corpo è assente, tranne in un’inquadratura posta pressoché alla fine quando, fra realtà e sogno, ri-sorge dall’acqua per minacciare l’unica superstite. Cunningham è un regista abile, talvolta sofisticato, nel muovere la macchina da presa e nel rendere la fisicità della notte, della pioggia, dei corpi in pericolo (c’è anche un giovane Kevin Bacon).
Ma Jason riuscì a sopravvivere e dal successivo L’assassino ti siede accanto (1981), diretto dal bravo Steve Miner, iniziò a mietere le sue vittime. Bisogna invece attendere il terzo episodio, Week-end di terrore (1982), ancora firmato da Miner, per vedere Jason indossare per la prima volta la celebre maschera da hockey. Dal 1985 al 1993 arrivano sugli schermi altri sei film, poi, per dieci anni, il silenzio. Quando, nel 2002, Jason riappare sta da tutt’altra parte, in un film di fantascienza, Jason X di James Isaac, rigenerato come Cyber Jason. E il successivo Freddy vs Jason (2003) di Ronny Yu è un’abile operazione di marketing per unire in un unico film due personaggi degli ultimi decenni horror tra i più amati dagli spettatori, quello di Venerdì 13 e quello geniale uscito dalla fantasia di Wes Craven, il Freddy Krueger dei Nightmare, saga ben più innovativa apparsa per la prima volta nel 1984. Jason rivive invece in Venerdì 13 (2009), reboot della saga.
Vedremo se il film in arrivo il prossimo autunno saprà esprimere ulteriore tensione in una serie che, nei testi più riusciti come in quelli meno efficaci, ha lasciato una traccia indelebile nel cinema horror. Nel frattempo ri-godiamoci quell’esordio ormai lontano, restaurato di recente dalla casa di distribuzione americana Park Circus (e magari qualche altro horrror in streaming gratis e senza registrazione: sono tutti on line su PopcornTv)
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