George A. Romero morto a causa di un cancro ai polmoni. Il regista è ricordato per La Notte dei Morti viventi, un cult del cinema horror sugli zombie
È stato lui a creare l’universo dei film horror che vedevano come protagonisti assoluti gli zombie. Stiamo parlando del celebre regista americano George A. Romero, morto all’età di 77 anni. Ad annunciarlo è stato il Los Angeles Times, dopo che il produttore di quest’ultimo - Peter Grunwald - ha messo in luce la causa del decesso. Il regista è morto nel sonno “dopo una breve ma aggressiva battaglia contro un cancro ai polmoni”. Da sempre circondato dall’affetto della famiglia - la moglie Suzanne Desrocher Romero e la figlia Tina - Romero è considerato un maestro del cinema, uno di quei registi che hanno fatto la storia e che resteranno per sempre nel cuore del grande pubblico.
George A. Romero, film e curiosità
Il regista è noto ai più per aver diretto il film cult La notte dei morti viventi e il suo sequel Zombi. George A. Romero è nato il 4 febbraio 1940 e sin dall’infanzia era un grande appassionato di cinema, tanto è vero che da giovane gli piaceva sperimentare dietro la macchina da presa. Film amatoriali con la 8 mm dello zio, ecco cosa usava per dare spazio ai propri sogni. Dopo aver terminato gli studi in pittura e scultura presso il Carnegie-Mellon Institute e aver preso parte in veste di attore e regista nei teatri di Pittsburg, il regista è approdato nel mondo della televisione.
In seguito ha fondato una propria società produzione e distribuzione, la The Latent Image, e nel 1968 ha realizzato la sua prima opera cinematografica, La notte dei morti viventi, che incassò in tutto il mondo 30 milioni di dollari. Tra le altre pellicole di George A. Romero, morto a causa di un cancro ai polmoni, ricordiamo i meno fortunati La stagione della strega del 1972 e Wampyr del 1978. Romero ha completato la Trilogia dei morti viventi nel 1985 con Il giorno degli zombi.
Ricordiamo che a quattordici anni il regista, noto per curare di persona il montaggio e la sceneggiatura dei suoi lavori, ha girato un corto di fantascienza intitolato L'uomo della meteora (1953), che gli valse un arresto arresto per aver gettato dal tetto di un palazzo un manichino in fiamme. Ogni tanto è comparso anche come interprete dei suoi film e di quelli di altri colleghi. Tra questi, Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme del 1991 e The American Nigthmare del 2000 (una serie di interviste ai maestri dell’horror), al fianco di John Carpenter, David Cronenberg e Wes Craven.
Solo di ‘recente’ (2006) George A. Romero ha realizzato un quarto film sulla saga degli zombie dal titolo La terra dei morti viventi, che vedeva nel cast Simon Baker, Dennis Hopper, Asia Argento e John Leguizamo. L’anno successivo invece è arrivato sul grande schermo Diary of the Dead - Le cronache dei morti viventi, mentre il suo ultimo film è stato Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti (2009), presentato in anteprima mondiale alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.
La notte dei morti viventi e il sequel Zombi di George A. Romero
In occasione della versione restaurata di Zombi - presentata alla scorsa Mostra del cinema di Venezia, Dario Argento - amico e produttore di Romero - aveva detto: “Noi che lo giravamo eravamo assolutamente consapevoli della dimensione politica del film, d’altronde si fa politica vivendo. Ogni film è politico nella misura in cui è immerso nella vita, io sono convinto che nel cinema tutto diventi politico se parla della realtà”. Questo perché i progetti del regista sin dal principio erano considerati innovativi: al puro intrattenimento mescolava sapientemente temi sociali e politici.
C'è chi sostiene che i suoi film sui morti viventi fossero premonitori. Il regista Nicolas Winding Refn (The Neon Demon), infatti, a settembre - prima delle elezioni presidenziali - aveva detto che “Zombi parla di trasgressione. È molto più che un film di intrattenimento, anche se intrattiene moltissimo, è un’opera estrema e poetica, pericolosa, spaventosa e divertente… un magnifico giro di giostra che è entrato nella cultura popolare per poi nutrire la subcultura. Ed è un film profetico perché con i suoi zombie parla già dell’America di Donald Trump”.
"Per la verità con La Notte dei Morti viventi volevamo fare niente più che un filmetto commerciale, esagerare con la violenza, ma una critica alla crisi sociale degli anni '60? No, quello fu un caso. E invece, un paio d' anni dopo la sua uscita un articolo sulla rivista francese Cahiers du Cinema lo definì un film fondamentale in quanto esempio di cinema radicale, una reazione all'intervento militare Usa in Vietnam. Mi scoprii un autore socialmente impegnato e ci ho provato gusto. Hanno visto Zombi come una critica al consumismo, Il giorno degli zombi uno studio del conflitto tra scienza e tecnologia bellica, La terra dei morti viventi come una disamina dei conflitti di classe. A me non è che me ne fregasse molto, ma già che c'ero, tramite gli zombie mi divertivo a dire qualcosa su quello che stava in quel momento nella nostra società. Se avessi fatto dei film seri e importanti non avrei potuto dire tutte queste cose”. Queste le parole del regista in merito al successo de La Notte dei Morti viventi.
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