La rivelazione arriva dallo sceneggiatore Gregory Allen Howard e sta facendo scalpore negli Stati Uniti: ecco le sue dichiarazioni
Stanno facendo scalpore negli Stati Uniti le parole di Gregory Allen Howard, sceneggiatore e produttore di film come Il sapore della vittoria e Alì. Dall'1 novembre scorso è nelle sale americane Harriet, biopic che Howard ha scritto con la regista Kasi Lemmons. Il film racconta la vera storia di Harriet Tubman, l'abolizionista afro-americana che, dopo essersi liberata dal giogo della schiavitù, ha combattuto per liberare dozzine di schiavi negli anni precedenti alla guerra civile. Nelle note stampa affidate a Focus Features, Gregory Allen Howard ha confessato un particolare davvero grottesco: i produttori esecutivi avrebbero voluto Julia Roberts come protagonista del film.
Harriet Tubman, film in cantiere dal 1994
In un'intervista successiva al Los Angeles Times, lo sceneggiatore ha spiegato che un produttore esecutivo aveva fatto il nome della Roberts nel 1994, quando si cominciò a parlare di un biopic che raccontasse l'incredibile vicenda della Tubman. Venticinque anni fa il clima a Hollywood era "completamente diverso", racconta Howard.
Mi è stato detto che un capo studio in una riunione disse: 'Questa sceneggiatura è fantastica: prendiamo Julia Roberts per interpretare Harriet Tubman'. Quando qualcuno gli ha fatto notare che la Roberts non avrebbe potuto recitare in quella parte perché bianca, lui rispose: 'I fatti sono successi tanto tempo fa. Nessuno noterà la differenza'.
Julia Roberts, film persino da abolizionista nera
Nel corso dell'intervista, Howard aggiunge che la sola persona che fece notare la follia di un casting del genere era l'unico nero presente a quell'incontro. La parte, a distanza di 25 anni, è poi finita a Cynthia Erivo, già ammirata in film come Widows: Eredità criminale e 7 sconosciuti a El Royale.
Nelle note di Harriet, lo sceneggiatore cita due film che reputa fondamentali per il cambiamento e la valorizzazione della diversity che sta attraversando il mondo del cinema americano.
Quando 12 anni schiavo è diventato un grande successo e ha incassato un paio di centinaia di milioni di dollari in tutto il mondo, ho detto al mio agente: 'Ora non puoi più dire che questo tipo di storie non fanno soldi'. Poi è arrivato Black Panther, che ha davvero contribuito a sparigliare le carte.
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