Highlander, scelto il regista del reboot

Sarà Chad Stahelski a dirigere il reboot del film del 1986

Il mese scorso ha festeggiato i 30 anni, ora si torna a parlare di Highlander perché la Lionsgate ha trovato il regista che si occuperà del reboot: sarà Chad Stahelski (dietro la macchina da presa per John Wick) ad occuparsi del progetto che al momento è in fase di sviluppo. La sceneggiatura del reboot di Highlander - L'ultimo immortale dovrebbe essere firmata da Art Marcum e Matt Holloway. Il film originale era arrivato nelle sale il 30 ottobre del 1986, diretto da Russell Mulcahy. Nulla ancora si sa sul cast e sulla trama: il film originale aveva visto protagonista Christopher Lambert. Con lui anche Sean Connery, Clancy Brown, Roxanne Hart, Beatie Edney, Sheila Gish, Christopher Malcolm, Alan North, Jon Polito, Hugh Quarshie.

Un grande salto per Chad Stahelski, il cui sequel di John Wick è nei cinema: oltretutto il suo partner in regia, David Leitch, ha ottenuto un incarico altrettanto importante, visto che si occuperà della regia di Deadpool 2, il sequel del film di casa Marvel le cui riprese inizieranno a marzo. Leitch ha preso il posto di Tim Miller, che ha abbandonato la regia dopo aver diretto il primo film di Deadpool. Abbandono dovuto a screzi con la produzione.

Questa la sinossi di Highlander - L'ultimo immortale: Stando ad una antica leggenda, un certo numero di "immortali" è in circolazione nel mondo e anche a New York ve n'è uno, che fa l'antiquario: è Connor MacLeod, uno scozzese che nel 1536, quale rampollo di una nobile famiglia di un clan di Highlander, lottò contro Kurgan, feroce capo di un clan rivale, restando gravemente ferito. Scacciato per superstizione dagli abitanti del suo villaggio, il giovane conosce e sposa la bella Heather, finché un giorno Ramirez, un nobile spagnolo (immortale pure lui), lo trova tra rocce e pecore e gli svela che sia lui che Kurgan sono della razza che sfida il tempo, destinati tutti, nei secoli a venire, a lottare tra loro, fino alla "Grande Adunanza" dei rarissimi superstiti. Ogni incontro tra i superdotati non può concludersi che con la decapitazione del più debole.