Quali sono i 5 film horror più terrificanti del 2017 da recuperare? Una mini guida per gli amanti del genere con alcuni titoli da non lasciarsi sfuggire
Arriva la bella stagione e non ci può essere miglior momento di qualche bella serata cinefila in compagnia degli amici. Quale genere scegliere? Ovviamente con una bella pellicola horror non si sbaglia mai! Il 2017 è stato prodigo di ottimi horror, un anno positivo per questo genere ma visto se vi persi qualche titolo interessante per strada, ci pensiamo noi a rimettervi in riga! Vediamo insieme quelli che sono i 5 film horror della passata stagione cinematrografica da recuperare a tutti i costi!
Scappa – Get Out di Jordan Peele, il film horror del 2017 più originale
Scritto e diretto da Jordan Peele, Scappa – Get Out è l'esordio dietro la macchina da presa per il newyorkese che con questo lavoro ha addirittura vinto un Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Peele disegna una storia di tensione e paura che mette al centro della vicenda un argomento molto scottante: la cultura afroamericana. Scappa – Get Out è un film che riesce sapientemente a mixare l'horror con altri generi, come la commedia, risultando molto fresco o originale. La storia: un ragazzo di colore che si reca a casa della ragazza (bianca) per conoscere per la prima volta i genitori (bianchi) di lei, è tutta giocata sulle ipocrisie di una società che ha sì votato due volte per Obama presidente degli States, ma che ancora è visceralmente ancorata a stereotipi e fobie di stampo razziale. La critica, però, non è a senso unico, perché l'autore ci presenta gli afroamericani come quasi disposti a "vendere" se stessi alla cultura bianca "dominante". Un horror maturo, profondo, giocato in spazi angusti (la casa da cui scappare) e teso al punto giusto.
It (Capitolo Uno) il remake di un cult tv
Non era semplice confrontarsi con una icona pop così potente come il Pagliaccio Pennywise, nato dalla penna di Stephen King e diventato carne grazie alla possente interpretazione di Tim Curry nelle miniserie televisiva del 1990 diretta di Tommy Lee Wallace. Il Pennywise di Curry è entrato di prepotenza nell'immaginario di milioni di ragazzi, i cui sono sonni sono stati turbati dal beffardo ghigno del pagliaccio danzante. L'It del 2017 non è un remake della miniserie, ma si basa sul romanzo di King, che viene seguito piuttosto fedelmente, a parte spostare l'ambietazione dagli anni '50 agli anni '80. Il Pennywise del 2017 è un mostro più classico di quello anni '90, spaventa con botti, apparizioni improvvise e stratagemmi tipici da film horror, mentre il personaggio di Tim Curry funzionava più come esasperante presenza quotidiana, quasi fosse una ossessione mentale più che un babau. Il merito del film di Muschietti è quello di funzionare ottimamente come romanzo di formazione, come del resto era il libro, in cui la presenza soprannaturale del mostro è una delle difficoltà terribili che si affrontano crescendo. Piacerà agli amanti di Stranger Things.
Leatherface: fra i film horror del 2017 c'è il prequel dedicato all'iconico personaggio
Ottava pellicola dedicata all'iconico e terrificante serial killer Leatherface che si pone come vero e proprio prequel del mitologico Non aprite quella porta di Tobe Hooper del 1974. Primo grande lavoro hollwoodiano per la coppia di registi francesi Bustillo e Maury (di cui è neccessario recuperare l'atroce À l'intériur del 2007) e impresa non semplice quella di trattare una delle maggiori figure dell'horror moderno. I due francesi amano la materia e si vede: Leatherface è innanzitutto un atto d'amore verso questo genere di cinema i film sprizza rispetto per l'originale ad ogni inquadratura. Il film ci presenta un bambino educato alla violenza, a tratti spaventato, a tratti micidiale macchina di morte. Un mostro quindi, ma anche una vittima, vittima di una famiglia che lo ha plasmato sin dalla più tenera età, tra incesti, torture, sevizie ed esecuzioni. Il protagonista appare quindi come una sorta di predesinato al male, privo di una propria volontà e, pertanto, privo di alcun controllo sulla propria vita. Leatherface spinge spesso sull'acceleratore del gore e delle scene truculente e perverse ma gioca anche con lo spettatore, rivelando l'identità del vero faccia di cuoio solo alla fine.
Saw Legacy, nel 2017 non è mancato il gore
Ottavo capitolo del franchise di Saw, iniziato del 2004 con Saw - L'enigmista di James Wan e divenuta una delle parabole horror più apprezzate, amate, iconiche e discusse degli anni 2000. La saga parte con Wan come thriller/horror con finale a sopresa e poi, con le pellicole successive, amplifica sempre di più la sua vena di film di genere che spinge all'impossibile le scene truculente e di tortura. Un filone di film, concettualmente di serie b e di exploitation, che hanno fatto breccia assoluta in un pubblico affamato e voglioso di vedere la prossima assurda macchina di morte messa su grande schermo. I fratelli Spierig sembrano aver perfettamente capito il vero quid del successo della serie e con Saw Legacy, pellicola che aveva il compito di rilanciare il franchise, delineano una parte detective sullo sfondo per dare al pubblico la propria dose di sangue quotidiano, flirtando anche con luoghi e situazioni dei film precedenti, per proporsi come ideale nuovo inizio della saga. Saw Lecagcy pur spingendo sul gore come fattore principale non dimentica però di mettere in scena l'essenza della filosofia-jigsaw, ovvero quel senso di giustizialismo onnipotente che eleva l'uomo a Dio-giudice-carnefice del destino e della vita degli altri.
Raw – Una cruda verità è la scoperta fra horror usciti nel 2017
Raw, presentato dapprima al Festival di Cannes del 2016 dove ha vinto il premio FIPRESCI assegnato dalla stampa di settore, esce nelle sale francesi a marzo 2017 per poi arrivare in Italia (ma solo per il mercato home video) nell'agosto dello stesso anno. Raw siginifica letteralmente "crudo" ed in effetti Raw è un film davvero crudo. Il canovaccio di base del film è semplice: una ragazza che studia veterinaria e viene da una famiglia di vegeteriani diventa...una cannibale! L'idea può apprire semplice, ma in realtà Raw è un esordio davvero fulminante per la parigina classe 1983 Julia Ducornau. L'opera prima della regista francese è un film che riesce a dosare scene sadiche e di impatto inserite nei punti giusti, una buona dose di umorismo ma anche una palese e riuscita critica sociale: in pratica, l'abc di ciò che dovrebbe essere un horror ben scritto e ben girato. Il film dunque, funziona in due modi, da una parte è un horror delizioso capace di mettere i brividi (e spesso lo stomaco a rischio...), dall'altra una messa alla berlina di tutta la cultura adolescenziale e post-adolescenziale, una cultura cannibale che tutto divora, come la protagonista del film che di quella cultura è figlia e decide di vivere la sua natura fino in fondo e fino alle estreme conseguenze.