Facebook al cinema: quando i social network sono sul grande schermo

Sui social network si parla spesso di cinema, ma accade anche il contrario! e visto che il 4 febbraio si festeggia il compleanno di Facebook...

Il 4 febbraio del 2004 è nato Facebook. Potrai considerare questo social network come una grande risorsa o, al contrario, come una sorta di “strumento del diavolo” vestito di blu. Non importa. Ma è innegabile che la creatura di Mark Zuckerberg, inventore di Facebook, abbia in qualche modo lasciato il suo segno nella storia. Forse non la storia con la S maiuscola, ma nella società moderna sì. Ha cambiato comportamenti e relazioni. Facebook è entrato nella cultura di massa e anche nel mondo della settima arte. Non ti eri mai accorto che esistono veri e propri film su Facebook? E non solo...

I numeri fanno sempre un certo effetto. Garantiscono credibilità. Quindi ti forniamo subito qualche cifra, che “condensi” la storia di Facebook in poco spazio. Il sito, fondato ad Harvard negli Stati Uniti da Mark Zuckerberg, Eduardo Saverin, Andrew McCollum, Dustin Moskovitz e Chris Hughes, era originariamente stato progettato esclusivamente per gli studenti dell'Università di Harvard. Una sorta di prestigioso circolo per pochi eletti, insomma. Ma la natura di Facebook non era certo quella: fu presto aperto anche agli studenti di altre università della zona di Boston, della Ivy League e della Stanford University.

La prima e decisa virata nell'espansione del pubblico di riferimento di Facebook avvenne quando fu presa la decisione di aprire Facebook anche agli studenti delle scuole superiori e poi a chiunque dichiarasse di avere più di 13 anni di età.

Da allora Facebook raggiunse un enorme successo: secondo Alexa è il terzo sito più visitato al mondo dopo Google e YouTube. È disponibile in oltre 100 lingue (in italiano dal 14 maggio 2008) e a luglio 2016 contava circa 1,7 miliardi di utenti attivi al mese.

È giusto usare Facebook? Quanto si può usare Facebook ogni giorno? Bisogna iscriversi per rimanere al passo con i tempi? Ci vogliono spiare attraverso Facebook? Che cosa regaliamo ogni giorno a Facebook? Che fine ha fatto la nostra privacy? Come ci si deve comportare su un social network? Come e quanto tempo dedicare alla nostra rappresentazione virtuale? Sono tutte domande – legittime o meno – a cui non tenteremo di dare una risposta. Si potrebbe, invece, provare a vedere che cos'è Facebook – e in senso lato che cosa sono i social network o, secondo una prospettuva ancora più ampia, il mondo della tecnologia – attraverso gli occhi del cinema.

Se si parla di cinema e di Facebook non si può non prendere le mosse dal film The Social Network.

The Social Network è un film del 2010 diretto da David Fincher, che racconta – come potrai facilmente immaginare anche se il film non lo hai mai visto – dei fondatori di Facebook e del fenomeno popolare che ha creato. Il film è stato sceneggiato da Aaron Sorkin, che ha adattato per il grande schermo il libro di Ben Mezrich, Miliardari per caso - L'invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento (Sperling & Kupfer).

Se pensi che sia solo una colossale pubblicità per Facebook, ti sbagli. Inevitabilmente il film è stato l'ennesimo riflettore puntato addosso a massima potenza sulla F azzurra. Ma si tratta anche di una pellicola dal grande valore tecnico e, diaciamolo, artistico: ha vinto 4 Golden Globe, tra cui il più importante, nella categoria miglior film drammatico, e ha ottenuto 8 candidature agli Oscar 2011, vincendone 3, rispettivamente per la miglior sceneggiatura non originale, la miglior colonna sonora e il miglior montaggio.

The Social Network, un film che certamente merita di essere visto perché parla del primo Facebook, di quando ancora si era lontani dal considerarlo una delle grandi potenze del mondo digitale. La pellicola infatti prende il via subito dopo la rottura tra Mark Zuckerberg – allora studente all'università di Harvard e residente nella Kirkland House – e la sua ragazza, Erica Albright: in una notte soltanto Zuckerberg crea "FaceMash", un sito dove vengono messe a confronto ragazze di Harvard e dove gli utenti possono votare chi è più attraente tra due ragazze scelte casualmente di volta in volta. Il sito diventa talmente popolare da mandare in crash i server dell'università.

L'episodio rappresenta un'evidente violazione della privacy e finisce sulle pagine del giornale universitario Harvard Crimson. È così che Zuckerberg venne notato da tre studenti dell'ultimo anno: i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss e il loro socio Divya Narendra, alla ricerca di un programmatore per un progetto in grado di connettere online gli studenti di Harvard... È solo l'inizio.

The Social Network è un film tratto da una storia vera, che più vera non si può. Ma non è il solo film di questo tipo: si tratta forse di quello riuscito meglio e più conosciuto a livello internazionale. Ne esiste, infatti, anche una versione tutta italiana, uscita un anno prima addirittura, nel 2009: è Feisbum - Il film, suddiviso in otto episodi e cinque corti, diretti da Dino Giarrusso, Alessandro Capone, Giancarlo Rolandi, Emanuele Sana, Serafino Murri, Laura Luchetti e Mauro Mancini, ed ispirati al mondo di Facebook e dei social network.

Fesbum è un lavoro certamente meno strutturato, meno compatto e meno autoreferenziale rispetto a The Social Network. Ma sicuramente le otto storie che lo compongono sono altrettanto aderenti alla realtà; l'accento, tuttavia, viene spostato su dinamiche di tipo sociale, che descrivono con efficacia l'interazione tipo su Facebook degli utenti duranti i primi anni in Italia del sociale, per quanto messe in scena, le dinamiche, con toni iperbolici e un po' tipizzati.

Un piccolo suggerimento: Jesse Eisenberg, il protagonista di The social network (e anche, tra gli altri, Batman V Superman) è in Camp hope, un horror imperdibile. Solo su PopcornTv.

Il giovane Tommy Leary è stato allevato secondo stretti principi cristiani dai genitori Michael e Patricia, devoti osservanti e adepti di una comunità religiosa. Lo aspettano due settimane nel campo estivo della comunità, Camp Hope. A guidarlo sarà Padre Phineas che però, prima di andarci, visita in un ospedale psichiatrico il giovane e turbato Daniel, che lo accusa di aver sempre fallito nella sua missione e lo maledice per non essere stato in grado di aiutarlo. L'impatto dei giovani con il campo non è incoraggiante. Christian, il consigliere spirituale, detta le regole: niente musica rock, niente strumenti musicali, niente telefonini, divieto assoluto di lasciare il campo e via discorrendo (e vietando). Jack, il più ribelle tra i giovani, ha con sé il numero 9 di Spawn e Christian glielo strappa senza pietà. Il tempo trascorre tra preghiere e canti spirituali, sotto la guida ferma e convinta di Padre Phineas che spinge tutti a combattere la guerra contro la carne, contro il diavolo. Ma qualcosa cova...

 

Orrore Facebook: il social network fa paura

La morte e i pericoli sono in agguato dappertutto, anche sui social network; anche su Facebook, o meglio attraverso Facebook. Appurata la massificazione del fenomeno Facebook, il popolare social – in compagnia di molte altre piattaforme – è stato ampiamente usato all'interno dei meccanismi narrativi dei film horror. La filmografia dell'orrore da sempre fa leva su oggetti e abitudini di uso quotidiano e penetrate capillarmente nella società per creare timori e sospiri tra il pubblico. Ti ricordi per esempio di The Ring? Chi avrebbe mai pensato che una semplice videocassetta si sarebbe trasformato in uno strumento di morte?

Il primo film horror su Facebook che citiamo è Friend Request. Il sottotitolo italiano della pellicola è giù abbastanza esplicito: La morte ha il tuo profilo. La pellicola del 2016, diretta da Simon Verhoeven ha per protagonista Laura, una popolare studentessa del college molto presente sui social Network e con più di 800 amicizie su Facebook.

Un giorno, accetta una richiesta di amicizia della misteriosa Marina, iniziando così una relazione, sia on line che di persona, con la ragazza solitaria. Quando però Laura condivide sul suo profilo le foto della sua cena di compleanno, Marina, che non è stata invitata, le giura vendetta.

Una volta scoperto di aver perso l'amicizia di Laura su Facebook, Marina si suicida mentre filma la scena con la webcam. Laura riceve il video e si ritrova inseguita dallo spirito demoniaco di Marina, che minaccia di farla rimanere da sola infestando la sua pagina di Facebook, affinché rimangano amiche per sempre.

Antesignano di Friend Request, Unfriended è uscito nelle sale nel 2014 e in questo film horror Facebook condivide il ruolo di protagonista social con Skype. Al centro dell'azione c'è il solito gruppo di amici (composto da Blaire, il fidanzato Mitch e gli amici Jess, Adam, Ken, Val) che decide di fare una chat di gruppo sul noto programma di messaggistica Skype, esattamente un anno dopo il suicidio della loro coetanea Laura, che si era tolta la vota a causa dei troppi insulti ricevuti da un video imbarazzante che un anonimo ha postato sul web. Improvvisamente, durante la chat, appare un account appartenente alla giovane suicida. I ragazzi pensano subito a uno scherzo, ma la persona o entità rivela che uno dei ragazzi è il colpevole per aver postato il video incriminato...

Chi c'è veramente dall'altra parte dello schermo?

A scuola ci insegnano che l'arte è mimesi della realtà. Cioè è un imitazione del mondo vero, non è che una rappresentazione di ciò che ci circonda. Allo stesso modo un profilo Facebook non è l'esatta replica della persona che lo ha creato: non esiste alcuna perfetta e biunivoca corrispondenza. La regola vale non solo per il social network azzurro, ma, più in generale, per qualsiasi profilo digitale di possa creare e incontrare.

Eppure chi si incontra on line spesso non corrisponde, nemmeno lontanamente alla persona che è in realtà. Casi di identità “fittizie” per così dire, sono proliferati dopo l'avvento dell'era di Facebook. Tanto che ne è nato addirittura un film, poi divenuto programma tv: Catfish.

Generalmente si definisce "catfish" una persona che crea una falsa identità all'interno dei social network fingendosi una persona diversa da quella che è in realtà, usando foto prese da altri profili e informazioni biografiche spesso del tutto false e ingannando i loro interlocutori. Anche in questo caso si tratta di un film tratto da una storia vera: quella di Nev Schulman, che poi è divenuto anche il conduttore della serie tv andata in onda sull'ormai ex MTV, che scoprì che la donna con cui aveva una relazione online non era stata onesta nel descriversi.

Quando i social approdano in laguna

È successo per un film che si è occupato del peso e dell'influenza che i social network hanno sulla società: il film è Disconnect, del 2012, diretto da Henry Alex Rubin e presentato fuori concorso a Venezia durante la 69ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica.

Il film si compone di tre storie differenti, e la prima, in particolare, è quella di Mike, un investigatore privato, vedovo e alle prese con il compito di crescere da solo un figlio adolescente e turbolento. Un giorno scopre che il ragazzo, assieme al suo migliore amico, bullizza sul web un compagno di scuola che, umiliato dai continui scherzi, tenta il suicidio...