Botta e risposta tra il portavoce Valerio Carocci e l'Anica, che bolla le accuse dei trasteverini come "fake news gravissime"
È guerra aperta tra i ragazzi del Cinema America e l'Anica, l'organizzazione di categoria che rappresenta le industrie italiane del cinema. Tutto è cominciato quando l'associazione trasteverina presieduta da Valerio Carocci ha annunciato la stagione estiva della manifestazione "Il cinema in piazza", l'arena che – nonostante le sale in crisi e l'emergenza lanciata dagli esercenti – si dovrebbe svolgere a Roma, a Piazza San Cosimato, alla Cervelletta e al Porto Turistico di Ostia.
I ragazzi del Cinema America: chi sono le lobby che li "ricattano"
L'iniziativa, a ingresso gratuito, era fissata in calendario dal 3 luglio al 30 agosto 2020. Ma la realizzazione ora è a rischio perché, denunciano i ragazzi del Cinema America, "la lobby dei distributori e delle catene di multiplex sta bloccando le concessioni dei film perché da tre anni vuole costringerci a rendere l'evento a pagamento".
Carocci, in un post scritto su Facebook, accusa apertamente l'Anica e il presidente Francesco Rutelli di aver imposto "ai distributori italiani e alle agenzie estere di non concedere film per proiezioni a ingresso gratuito sul territorio italiano, nonostante queste riguardino esclusivamente titoli che hanno già concluso il loro periodo di sfruttamento commerciale in sala e già presenti in chiaro in TV, PayTv, streaming e DVD".
Di fatto, noi – con i nostri partner e sponsor – offriamo il biglietto a voi, ma quel biglietto viene pagato. Per la nuova edizione, in alcuni casi abbiamo offerto il pagamento anticipato di 1.750 euro a film per 500 spettatori: 3,50 euro a spettatore, che in Italia è la parte di un biglietto intero da 7 euro che spetta al distributore. La risposta? Negativa. Fondamentalmente noi paghiamo questi 3,50 euro per ogni persona che vede il film con i soldi che raccogliamo, rinunciando a ricevere dal pubblico gli altri 3,50 euro che ci spetterebbero in quanto esercenti.
Gli organizzatori rivendicano il loro lavoro come "servizio pubblico" al pari di "scuole, giardini, biblioteche e musei".
Proiettando quei film, nel nostro piccolo, siamo convinti di dare nuovo valore di mercato a opere datate o indipendenti, le riportiamo sul grande schermo e contribuiamo a creare un'educazione cinematografica che, da ex studenti, possiamo dire che non si insegna a scuola. Da un altro punto di vista, contribuiamo anche agli interessi di quelle lobby che oggi ci fanno la guerra, ma che non hanno (o non vogliono avere) la lungimiranza di capire che non siamo noi il problema dello svuotamento delle sale cinematografiche.
Il cinema in piazza, programma 2020 a rischio?
Alle proteste del Cinema America si sono uniti altri festival italiani come Scendi c'è il cinema del quartiere Giambellino di Milano, i ragazzi del Furgon Cinema, che portano proiezioni gratuite nelle aree del centro-Italia colpite dal terremoto, e gli organizzatori di La Guarimba, festival di cortometraggi che si tiene ogni anno in Calabria.
La reazione dell'Anica, tuttavia, non si è fatta attendere. L'associazione parla di "fake news gravissime" che "se non smentite, porteranno a conseguenze molto serie".
La sezione distributori non ha avuto alcun contatto con Carocci e i suoi collaboratori nel corso di quest'anno, né avrebbe potuto dare indicazioni commerciali alle aziende associate, che operano in base alle proprie strategie industriali, in un momento tanto difficile.
L'Anica sottolinea soprattutto la situazione complessa che stanno attraversando le sale, prossime alla riaperture il 15 giugno ma in condizioni difficili per il rispetto degli stringenti protocolli sanitari.
Decine di sale cinematografiche, ed alcune aziende di distribuzione indipendenti italiane hanno annunciato la cessazione definitiva delle attività. Per questo, con grande pazienza e determinazione, l'Anica e tutte le realtà della filiera stanno lavorando per salvare industrie, occupazione, mercato, autori, maestranze, attori e talenti, e cercare di ripartire in una situazione tanto difficile. Prima di lanciare attacchi irresponsabili, occorrono l'umiltà e la coscienza di sapersi guardare intorno, oltre al proprio specifico caso. Occorre la volontà di cercare soluzioni prima che insensate aggressioni.
Piera Bernaschi, la presidente di Anec Lazio, va ancora oltre e dichiara che "lasciare aperte in questo momento le arene gratuite sarebbe uno schiaffo in faccia e un insulto a tutti gli esercenti romani che stanno affrontando una situazione drammatica".
A favore delle arene gratuite si sono invece schierati Dario Argento e Giovanni Veronesi. Il primo a Un giorno da pecora, su Rai Radio1, si è detto favorevole a chi "i film li dà gratis al pubblico". Il secondo, sui social, condivide "tutto ciò che dite perché il vostro è un lavoro giusto". "I film che proiettate – scrive il regista – sono già stati sfruttati nelle sale e quindi possono e devono essere visti nelle piazze gratuitamente dalla gente che non può e non ha tempo per permettersi il cinema durante la stagione".
Fonte foto: www.facebook.com/piccoloamerica/