Sundance Film Festival: film indipendenti, in streaming, gratis, senza registrazione. Ovviamente su PopcornTv

Il Sundance Film Festival è una delle vetrine più importanti del cinema indipendente. Ma che cosa sono gli indie movies. E, soprattutto, come vederli in streaming?

L'America è un paese dai mille volti – spesso opposti – e dalle mille contraddizioni. La polarità e il dualismo sono presenti anche all'interno del mondo del cinema. Da una parte Hollywood, le colline dorate della California, Los Angeles, i grandi produttori, le dive inarrivabili, codici, etichette e stereotipi. Ma dall'altra c'è anche la Città del Lago Salato, Salt Lake City, uno staterello come lo Utah, bello sì, ma senza fronzoli e decisamente più spartano; dall'altra parte c'è il Sundance Film Festival.

Il Sundance Film Festival nacque per opera della Utah Film Commission nel 1978. Il nome dell'ormai famoso ritrovo per i cineasti indipendenti non era nemmeno quello che conosciamo noi oggi: si chiamava Utah/United States Film Festival, eppure lo scopo era sempre lo stesso: attrarre sceneggiatori, registi e produttori indipendenti. In origine si svolse nei mesi di settembre a Salt Lake City, dal 1981, fu spostato a Park City, una non lontana località sciistica. Non si surfa sul mare, ma sulla neve al Sundance Film Festival.

L'anno della svolta, nella storia di questa istituzione, arrivò nel 1981, quando Robert Redford fondò il Sundance Institute, un'organizzazione no-profit. Ma perché proprio “Sundance”? Il nome è ovviamente un riferimento al personaggio di Sundance Kid, bandito gentiluomo a cui proprio lo stesso Redford prestò il volto nel film Butch Cassidy di George Roy Hill, uscito nel 1969. Gli obiettivi e gli scopi del neonato ente sono in linea con lo spirito dello Utah/United States Film Festival: sostenere il lavoro dei cineasti indipendenti.

Redford incominciò quindi essere coinvolto in qualità di testimonial e mecenate della manifestazione. Dal 1984 il Sundance Institute divenne de facto l'organizzatore e il direttore artistico del festival,e venne presa la decisione di fissare l'appuntamento annuale con i registi di tutto il mondo nel mese di gennaio, durante la stagione sciistica. Da allora la crescita di visibilità e di prestigio per questa vetrina delle produzioni indipendenti è continuata senza interruzioni e dal 1991 il festival venne ufficialmente rinominato Sundance Film Festival.

Film indipendente, cinema indipendente, indie movies: ma di che cosa stiamo parlando?

Cerchiamo di sfatare fin da ora uno dei luoghi comuni più errati e difficili da estirpare dalla percezione comune: quando si tratta di Sundance Film Festival, parliamo di cinema indipendente. Ma questo non implica che si tratti sempre e solo di film intellettualmente impegnativi o impegnati sia dal punto di vista etico sia dal punto di vista politico.

Che cos'è, dunque, il cinema indipendente? La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: è quel ramo della settima arte che include tutti i film che non sono prodotti con l'intervento di una grande casa di produzione, delle cosiddette majors di Hollywood (Walt Disney, Sony, Metro-Goldwyn-Mayer, Paramount Pictures, Twentieth Century Fox, Universal Studios e Warner Bros). Per contro, quindi, i film indie possono essere un autoproduzione del regista o una co-produzione di privati, ia alcuni degli attori che fanno parte del cast o di altre istituzioni ancora, magari quelle locali, come le film commission.

Il fatto che non siano coinvolte le più grandi case di produzioni, conduce a due conseguenze logiche strettamente connesse tra di loro. La prima, per dirla in maniera brutale, è che non ci sono soldi per girare il film. O, se ci sono, sono pochi, limitati e da centellinare. E ciò implica che un film indie sia un film a basso costo nella maggior parte dei casi.

Ma, come a bilanciare il budget limitato, si deve considerare che i film indipendenti possono contare sulla completa libertà espressiva lasciata al regista. Novità e sperimentazione sono sicuramente lodevoli e da incoraggiare, ma possono essere anche un grande rischio. Perché possono spaventare il pubblico, annoiarlo, infastidirlo; e il box office ne risentirebbe, eccome. È semplice intuire, quindi, come la politica delle major orientata (e in questo non c'è nulla di male) al profitto, sia timorosa nell'approvare le scelte più azzardate.

L'elemento, quindi, che di solito contraddistingue i film indipendenti è il Soggetto che è molto più impersonato e cerca di staccarsi dai consueti stereotipi dei vari generi cinematografici. Inoltre, difficilmente uno studio affida un film dai costi di produzione molto elevati (nell'ordine di milioni di dollari) a un regista esordiente, che magari pensa di ingaggiare attori semi-sconosciuti. Come debuttare, se sei alle prime armi, se non nel cinema indipendente?

Attenzione, quindi, perché il cinema indipendente (e Sundance Film Festival) non è appannaggio di un ristretto gruppo di intelletualoidi che disquiscono sul decadimento della settima arte e sulle politiche correttive che dovrebbero essere adottate. Anzi. La storia (recente) delle produzioni indipendenti) insegna che non è così.

Verso la metà degli anni ottanta le prime videocamere diedero una bella spinta alle produzioni indipendenti. E ancora più recentemente i modelli digitali hanno permesso ai registi in erba di evitare i costi proibitivi delle pellicole 35 mm, dei noleggi delle attrezzature, della stampa dei negativi, ecc.

Anche la fase di post-produzione è ora molto più economica, grazie al significativo aumento delle prestazioni dei personal computer, all'introduzione dei DVD e al contemporaneo sviluppo di software semi-professionali sempre più sofisticati (utilizzati per il montaggio, la correzione del colore, i titoli di testa).

La crescente popolarità dei film indie ha costretto recentemente gli studi di Hollywood a creare delle piccole filiali per poter entrare a loro volta in questo nuovo mercato. Di conseguenza, oggi, non è più così netta la differenza fra ciò che è realmente indipendente e ciò che non lo è.

Hai presente il film Se mi lasci ti cancello, del 2004 (traduzione senza pietà del titolo originale, di tutt'altro tenore, che è Eternal Sunshine of the Spotless Mind)? È considerato un film indipendente. Eppure nel cast ci sono due mostri come Kate Winslet e Jim Carrey, la sceneggiatura ha vinto un Premio Oscar nel 2005 (l'ha scritta uno come Charlie Kaufman, che ha firmato anche gli script di pellicole come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Confessioni di una mente pericolosa) e il budget iniziale era di decine di milioni di dollari. Chi ci avrebbe mai creduto all'inizio degli anni Novanta? Eppure la storia del Sundance Film Festival è lì, tutta da vedere: dalle schiere di questo Festival del cinema sono usciti registi del calibro di Kevin Smith, Robert Rodriguez, Quentin Tarantino, Jim Jarmusch e Steven Soderbergh.

Al Sundance Film Festival hanno partecipato (e in questo caso anche vinto) film come Clerks – Commessi. Allora, cioè nel 1994, il regista era Kevin Smith, appena ventiquattrenne, che una commedia grottesca, politicamente scorretta e realizzata con un bassissimo budget: appena 27.575 dollari, metà spesi per riprese e produzione e metà per l'acquisto dei diritti sui brani musicali.

Ma dove vedere i film indie?

Se è vero che la popolarità dei film indipendenti è in crescita, rimane altrettanto innegabile il fatto che questo tipo di produzioni non gode ancora di una distribuzione efficace. Spesso, infatti, gli indie movies sono legati al circuito dei festival locali e più raramente possono fare affidamento su una programmazione nelle sale a livello nazionale.

Per questo motivo i film in streaming, gratis e legale, rappresentano un'alternativa valida e davvero pratica. All'interno di PopcornTv basterà curiosare tra le varie sezioni per trovare alcuni film indipendenti che meritano una visione.

Uno di questi è senza dubbio 52 Tuesdays, che arriva, con tanto di premiazioni, proprio dal Sundance Film Festival del 2014, in cui ha vinto il Directing Award e il Grand Jury Prize. Il film Il racconta il percorso di crescita adolescenziale di Billie, accelerato, quando la madre rivela di voler cambiare sesso e il loro tempo insieme diventerà limitato al solo martedì pomeriggio. Non sono solo i temi e le strutture narrative a essere importanti. 52 Tuesdays, infatti, è un prodotto raro anche per tecnica e produzione: la pellicola è stata girata nel corso di un anno, una sola volta alla settimana, il martedì; regole di produzione cinematografica che hanno portato quest'opera a essere di rara autenticità e non solo una storia emotivamente carica di desiderio e responsabilità.

Poi c'è Luv, uno dei film più apprezzati nelle ultime edizioni del Sundance Film Festival, che racconta una storia drammatica e toccante. Nominato nel 2012 al Grand Jury Prize del Sundance Film Festival, Luv è la storia del disincanto che passa attraverso gli occhi di un bambino, per lasciare spazio al vuoto della realtà, alla distruzione dei sogni e delle speranze dell'infanzia. La pellicola scorre attraverso gli occhi di Woody Watson, timido ragazzo di Baltimora che non ha mai conosciuto suo padre e che vive con la nonna. Anche la madre è assente e passa nella vita di Woody come un lampo, tra i vari ricoveri per tossicodipendenza in una clinica del North Carolina. Un'ulteriore chicca: Non perderti l'ottima interpretazione del celebre rapper americano Common.

Ancora: The Off Hours è stato presentato all'edizione del 2011 del Sundance Film Festival. Francine, è una cameriera che fa il turno di notte in un ristorante lungo la strada di una piccola cittadina industriale: la sua vita è composta da incontri casuali e amicizie transitorie. Non sa ciò che vuole, o ciò che vuole è fuori dalla sua portata. Quando incontra Big-Rig, un banchiere diventato autista, che vede in lei scintille di speranza, ne viene incuriosita, quando il cambiamento inizia a invadere il ristorante, Francine si ricorda che non è mai troppo tardi per diventare la persona che avrebbe dovuto essere, mentre il proprietario del ristorante fatica a tenere a galla la sua attività.

Si lega al nome del Sundance Film Festival anche una pellicola come American Sunshine. Alla morte della madre, dopo lunghi mesi di malattia durante i quali l'ha assistita abbandonando gli studi prima di diplomarsi, il 19enne Mercer ruba un'auto in un autolavaggio e lascia Eugene, in Oregon, alla ricerca del fratellastro Arlen, più grande di lui di 18 anni e che non vede da quando ne aveva solo 5, con l'intenzione di comunicargli la notizia del lutto e invitarlo a spargere con lui le ceneri della madre in Louisiana, presso gli ultimi parenti. Attraverso il cellulare lasciato nell'auto, Mercer viene contattato da Kate, la proprietaria derubata, che gli consente di compiere il suo viaggio, a patto che la mantenga aggiornata sui suoi spostamenti. Trovare Arlen si rivela però più complicato del previsto, perché l'uomo si è trasferito ripetutamente, lasciando dietro di sé una scia di debiti, piccoli crimini e cattivi ricordi. A impreziosire questo viaggio pieno di imprevisti anche Zooey Deschanel, la simpaticissima protagonista della serie Tv New Girl.