'Joker', Arthur Fleck soffre di una vera malattia mentale?

La risposta è sì: Arthur Fleck - interpretato da Joaquin Phoenix in 'Joker', è affetto da un disordine mentale, definito "sindorme pseudobulbare".

La risata inquietante di Joaquin Phoenix in Joker sta facendo luce su un disturbo medico che esiste davvero. Nel film che ha battuto ogni record al botteghino da quando è arrivato al cinema, il sinistro personaggio spiega che è affetto da una condizione che lo fa ridere in modo incontrollabile. Si chiama sindrome pseudobulbare, noto anche come PBA, ed è una condizione neurologica caratterizzata da scoppi incontrollabili di risate o pianti.

Joker, nel film Arthur Fleck è affetto da sindrome pseudobulbare

La malattia mentale di cui soffre Arthur Fleck, alias Joker, esiste davvero. Il personaggio di Joaquin Phoenix, infatti, soffre della cosiddetta sindrome pseudobulbare.

"Questo è un disturbo neurologico che può essere molto distruttivo per la vita", rivela lo psicologo Jeff Gardere in un'intervista rilasciata a Inside Edition.

"Molto spesso vediamo persone che tendono ad isolarsi perché non riescono a controllare queste emozioni".  In Joker, film in cui viene proposta la storia di origine del famigerato cattivo DC, Joaquin Phoenix interpreta Arthur Fleck, un uomo oppresso che esplode in incontrollabile risate nei momenti più inappropriati.

Nel corso del film - che ha reso le scale del Bronx un'attrazione turistica dopo il balletto di Phoenix - il pubblico apprende che le sue risate isteriche sono il sintomo di una lesione cerebrale. Anche se nella sceneggiatura non viene nominato mai il disturbo di Joker, si tratta di una condizione medica chiamata sindrome pseudobulbare.

Sindrome pseudobulbare: cos'è?

La Sindrome Pseudobulbare è caratterizzato da frequenti, involontari attacchi di pianto, risate o altre manifestazioni emotive, che sono esagerate o disconnesse dallo stato emotivo reale dell'individuo. È più comunemente causata da lesioni cerebrali o disturbi neurologici che influenzano il modo in cui il cervello elabora le emozioni.

Secondo la Mayo Clinic, le persone che hanno tale patologia sentiranno e sperimenteranno le emozioni più o meno allo stesso modo di chiunque altro, ma sono inclini a esprimerle in un "modo esagerato o inappropriato", e queste esplosioni isteriche possono durare per diversi minuti.

Le risate possono spesso trasformarsi in lacrime e, poiché il pianto incontrollabile è un sintomo molto comune per chi ha tale sindrome, viene spesso scambiato per depressione che, in realtà, è anche molto comune per chi soffre di questa condizione.

La rappresentazione di Phoenix di un personaggio che combatte la malattia mentale e la sua frustrazione nel negare il trattamento di cui ha bisogno, è stata elogiata dalla critica e descritta come un commento sulla condizione in cui versano gli americani, che lottano per accedere ai servizi di salute mentale.

Tuttavia, questa caratterizzazione sfumata lascia il posto alla violenza. Alcuni, però, non hanno gradito questo exploit finale. 

"Ciò che avrebbe potuto rendere Joker un buon film per il 2019 sarebbe stata una maggiore attenzione ai problemi di salute mentale che esplora solo brevemente", scrive Herb Scribner, che crede che la discesa del film nella violenza "distrae da quella che potrebbe essere una discussione seria sulla salute mentale ".

"È difficile non provare simpatia per qualcuno che ha vissuto quel livello di trauma infantile", ha detto Joaquin Phoenix del personaggio.

"Un midollo sovrastimolato cerca e percepisce il pericolo ovunque. Per qualcuno in quello stato, significa che le sue azioni hanno senso o sono giustificate? Ovviamente no. C'è un punto in cui attraversa supera i limiti, in cui non sono più in grado di restare al suo fianco. Mi ha permesso, però, di avvicinarmici con meno giudizio e più compassione di quelle che avevo quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta".

Fonte immagine in evidenza: https://twitter.com/Elysium_Gall/status/1179952343304962048?s=20