Kevin Spacey spacca il giornalismo italiano: l'intervista al Messaggero criticata dal Corriere

Lo "scoop" di Gloria Satta non convince il collega Valerio Cappelli: "Mi avevano proposto quell'intervista ma ho detto di no"

"E ora torno alla mia vita: il cinema". Titola così il Messaggero l'intervista esclusiva che la giornalista Gloria Satta ha fatto a Kevin Spacey. L'attore, due volte premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty, parla per la prima volta dopo il proscioglimento dalla vicenda giudiziaria che l'ha travolto: l'accusa di molestie (ventiquattro anni dopo i fatti) da parte del giovane collega Anthony Rapp. Peccato che nella chiacchierata con la Satta non ci sia alcun riferimento al processo e agli altri due procedimenti archiviati nel 2019 e nel 2020, se non un vago accenno all'ostracismo di Hollywood.

Kevin Spacey oggi: ritorno al cinema con polemica

A fare involontariamente chiarezza su questo "scoop" è Pier Paolo Mocci, ex giornalista del Messaggero che posta sui social il paginone con l'intervista e si spertica in complimenti su Gloria Satta, una firma che "nonostante appartenga ad un'altra epoca, messa un po' in disparte dalle nuove generazioni (inevitabilmente), è ancora una leonessa che ruggisce. Ed è sua l'esclusiva a Kevin Spacey che, scagionato da tutte le accuse, parla con lei sul Messaggero". 

Uno scoop mondiale che probabilmente il giornale di Via del Tritone avrebbe dovuto valorizzare meglio spammando non solo il pezzo su tutti i canali social ma chiamando tutte le redazioni dei Tg e contattando le maggiori testate internazionali. Celebrando quello che nessun altro ha oggi in pagina: un grandissimo attore hollywoodiano cacciato da Hollywood che ora parla, in Italia, a Roma, al Messaggero.

Mocci aggiunge che l'intervista a Spacey è l'ennesima dimostrazione che Gloria Satta "nel giornalismo, cinematografico e non, è un fenomeno" e "di una serie infinita di buchi che ha dato a tutti gli altri da circa 40 anni a questa parte".

Kevin Spacey, intervista al Messaggero divide la stampa

Tutto molto sentito, se non fosse che tra i commenti spunta quello di Valerio Cappelli, il giornalista romano che da oltre trent'anni lavora alla redazione Spettacoli del Corriere della Sera. L'appunto di Cappelli su quest'intervista è lapidario.

A me era stata proposta due mesi fa e d'intesa col giornale ho detto no, perché l'attore Kevin Spacey non voleva parlare della sua vicenda giudiziaria. Infatti non ne ha parlato. Bisogna sapere dire no, a volte, nella vita e nel lavoro. Lo dico senza polemica, per amore di verità.

Mocci obietta che "dicendo che era stata proposta a te stai togliendo merito a lei" e sottolinea che "nel pezzo la maestria dell'autore è girare intorno alla cosa e comunque tirarla in ballo". L'ex cronista del Messaggero aggiunge che "i meno attenti potrebbero interpretare questa tua un po' come smargiassata, la potevo fare io ma l'ho lasciata alla leonessa di Via del Tritone... o no?". La replica di Cappelli non si fa attendere.

È come avere una intervista a Aboubakar Soumahoro in cui si può parlare di quando lavorava nei cantieri, ed era sfruttato, senza potere dire una parola dello scandalo che lo ha travolto. Tutto qui. Ho rinunciato perché la richiesta dei suoi avvocati era un insulto a questa professione e, quella sì è una smargiassata. Non intervengo mai su queste cose ma un po' di schiena dritta farebbe bene a tutti.