La mafia uccide solo d'estate: Pif da il Testimone al film

La mafia uccide solo d'estate è il fortunato esordio alla regia di Pif, in bilico tra dramma e commedia

Pierfrancesco Diliberto in arte PIF esordì alla regia nel 2013 con La mafia uccide solo d'estate, una commedia drammatica e ironica che affronta l'annosa questione della mafia in terra siciliana. PIF è anche sceneggiatore e protagonista, affiancato da Cristiana Capotondi, Ninnì Bruschetta e Claudio Gioè. Il film vinse il premio per la miglior commedia all'European Film Award, oltre ai numerosi riconoscimenti ottenuti ai David di Donatello e ai Nastri d'argento. Lo potrete vedere venerdì 19 gennaio 2018 alle ore 21,15 su Rai Tre.

La mafia uccide solo d'estate, trama

PIF interpreta il ruolo di un giovane giornalista che cerca di raccontare in maniera originale la sua vita, sempre in qualche modo a contatto con la mafia e costellata dalle azioni della criminalità organizzata. Fin dalla prima parola pronunciata, "mafia" detta indicando un prete colluso, il giovane sembra avere un talento particolare nell'individuare i mafiosi semplicemente con uno sguardo. Nella sua esistenza entrerà in contatto con vittime e carnefici, in una serie di situazioni che spaziano dall'amaro all'ironico e dal tragico al grottesco.

Parallelamente, c'è la storia del sentimento provato nei confronti di Flora (Cristiana Capotondi), altra costante della sua vita.

La Mafia uccide solo d'estate: le curiosità

PIF prima di realizzare La mafia uccide solo d'estate è diventato famoso con la trasmissione televisiva Il testimone, trasmessa dal 2007 su Mtv e nella quale l'artista commentava fatti di cronaca e attualità mischiando ironia e cronaca dei fatti. Più o meno lo stile e il tono che si trovano nel film. L'idea di uno sbarco di PIF sul grande schermo venne al produttore Mario Gianani proprio dopo aver assistito alle puntate della trasmissione.

Il produttore chiese a PIF se avesse intenzione di provare con il cinema, e PIF colse la palla al balzo per realizzare un progetto a cui stava pensando da anni.

La mafia uccide solo d'estate ha riferimenti biografici, raccontando dell'infanzia dell'autore di origine siciliana e, stando alle sue dichiarazioni, la difficoltà di chi provava e prova a fare attivismo e di chi cerca di non venire invischiato nei meandri di una realtà in cui le connessioni, grandi o piccole, con la mafia sono ovunque.

La mafia uccise d'estate venne definito da Piero Grasso, allora presidente nazionale dell'antimafia, come miglior film italiano mai girato sull'argomento e diede vita all'omonima serie tv.