La mafia uccide solo d'estate, Pif la combatte con ironia, coraggio e una telecamera

Il film del regista siciliano è un piccolo capolavoro che va assolutamente visto

La mafia raccontata come mai era stato fatto prima. Si può sintetizzare con queste parole La mafia uccide solo d'estate, il primo film da regista di Pif. All'anagrafe Pierfrancesco Diliberto, palermitano, classe 1972 che con il programma televisivo Il Testimone ha trascorso diversi anni della sua vita raccontando e mostrando, sempre con la sua naturale ironia e con l'ausilio di una telecamerina, storie, luoghi, eventi e persone. Ha raccontato anche la mafia, mostrando orgogliosamente il volto di chi la combatte giorno dopo giorno e contribuendo così, con i suoi mezzi, in questa lotta per la legalità. È un argomento, questo, che Pif conosce bene e da tempo sta cercando di spiegare e dar conoscere. In La mafia uccide solo d'estate il regista siciliano ripercorre il periodo stragista di Cosa Nostra dagli anni '70 agli anni '90, lo fa con ironia, incastrando i vari episodi, le vittime, i mandanti e gli assassini nella vita del suo personaggio: Arturo. 

Pif, un film comico per raccontare la mafia e chi l'ha combattuta

Il film inizia così con le immagini della notte d'amore nella quale viene concepito il protagonista in un appartamento di viale Lazio, a Palermo. È la notte del 10 dicembre 1969, quella in cui, proprio in viale Lazio, si è consumata un'efferata strage ordinata da Totò Riina. Arturo crescendo incontrerà grandi protagonisti della lotta alla mafia, come Rocco Chinnici, Boris Giuliano, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Personaggi entrati nella storia d'Italia e adeguatamente omaggiati da Pif. Come detto in apertura, La mafia uccide solo d'estate racconta come mai è stato fatto prima alcune delle storie più drammatiche del nostro Paese. Non va dimenticato infatti che questo film è una commedia, Pif ha scelto di utilizzare l'ironia per narrare eventi tragici: è così che lo spettatore si ritroverà inevitabilmente a ridere nel vedere i goffi tentativi del piccolo Arturo di conquistare il cuore della sua amata Flora o mentre imita il suo inconsueto idolo d'infanzia: Giulio Andreotti.

Andreotti - Riina: i bersagli della satira di Pif

Proprio l'ex presidente del Consiglio e senatore, nonché uno dei personaggi più controversi della storia d'Italia, è un bersaglio della satira di Pif. Ricordiamo che una sentenza 2003 della Corte d'Appello di Palermo stabilì che Andreotti aveva commesso di reato di partecipazione all'associazione per delinquere, Cosa Nostra, fino alla primavera 1980. Al momento della sentenza, però, il reato era andato in prescrizione. Pif ripercorre alcuni momenti controversi della vita dell'ex presidente del Consiglio, così come fa con Totò Riina, il capo di Cosa Nostra, che viene preso in giro e rappresentato come un uomo ignorante, che non riesce neppure a comprendere come funziona il telecomando del condizionatore. Allo stesso tempo viene però mostrato anche l'animo criminale e lo spietato assassino che è stato.

La mafia uccide solo d'estate: un film da vedere assolutamente

Oltre che regista, Pif è anche il protagonista di La mafia uccide solo d'estate: è lui a interpretare Arturo nella sua versione adulta. L'artista palermitano per questa sua prima esperienza dietro la macchina da presa ha radunato un cast ricco di volti noto: da Cristiana Capotondi a Clandio Gioè, passando per Ninni Bruschetta e Barbara Tabita. Un cast composto quasi esclusivamente da attori siciliani (ad eccezione della roma Cristiana Capotondi) che rendono ancora più credibile e apprezzabile la pellicola. La mafia uccide solo d'estate è un film intelligente, una commedia che fa ridere ma allo stesso tempo riesce anche a commuovere e a far piangere. È un film da vedere e anche da far vedere perché racconta senza timori alcune delle pagine più brutte della storia italiane, ma lo fa con ironia e con uno sguardo di speranza verso il futuro. Nel finale, ambientato ai giorni nostri, Arturo porta a visitare alcuni luoghi simbolo di Palermo, educandolo a distinguere il bene dal male, ovvero ciò che ha provato a fare con gli spettatori del suo film. Perché anche così si combatte la mafia.

Voto: 9

Frase:
“In realtà andai al funerale anche per chiedere al presidente Giulio Andreotti perché mi aveva fatto fare quella domanda. Come faceva a sapere che la criminalità era solo in Campania e in Calabria, era veramente sicuro? Chi glielo aveva detto? Riuscii a intravedere il segretario del Partito Socialista Bettino Craxi, il leader del Movimento Sociale Giorgio Almirante, il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e il premier Giovanni Spadolini, ma lui, Giulio Andreotti, non lo vidi. Non lo vidi semplicemente perché non c'era. E quando qualche giorno dopo qualcuno gli chiese per quale motivo non fosse andato al funerale del generale dalla Chiesa, rispose: «Preferisco andare ai battesimi».”

Fonte immagine di copertina: https://www.youtube.com/watch?v=AW57sUfCREA