La recensione di Lasciati andare con protagonista Toni Servillo

Abbiamo visto in anteprima la commedia italiana Lasciati Andare. Toni Servillo sarà riuscito a far ridere il pubblico? Ecco la nostra recensione

Lasciati andare è un invito a vivere le emozioni senza lasciarsi frenare dagli altri e dalla propria posizione sociale. Nel film di Francesco Amato Toni Servillo è Elia, uno psicanalista ebreo che tiene tutti a distanza di sicurezza, persino la sua ex moglie Giovanna (Carla Signoris), la quale vive nell’appartamento di fronte e con cui continua a condividere il bucato e qualche serata al teatro dell’Opera. La sua vita è quel che si dice un’esistenza avara di emozioni, che Elia compensa mangiando dolci di nascosto e in gran quantità, finché un giorno, a causa di un lieve malore, è costretto a mettersi a dieta e a iscriversi in palestra. Un giorno irrompe nella sua vita Claudia (Veronica Echegui), una personal trainer buffa ed eccentrica, con il culto del corpo, nessun timore reverenziale per i cervelloni fuori forma come lui e un’innata capacità di trascinare nei suoi casini chiunque le capiti a tiro.

La recensione di Lasciati andare con Toni Servillo

Difficilmente nel cinema italiano troviamo pellicole in grado di far riflettere e suscitare grasse risate allo stesso tempo e in modo così impeccabile. È un lungometraggio ben riuscito e originale quello di Francesco Amato, il quale è stato in grado di destreggiarsi tra le diverse inquadrature con estrema naturalezza e senza mai esagerare per attirare l’attenzione del pubblico. In questo caso, infatti, non sarebbe stato assolutamente necessario in quanto il soggetto del film si basa già di per sé su un’idea molto innovativa e distante dalle pellicole che abbiamo visto ultimamente al cinema. Il regista è riuscito a mettere a fuoco temi di carattere universale, dimostrandoci una grande verità: tutti abbiamo bisogno di aiuto, anche un uomo il cui lavoro è proprio quello di aiutare le persone che non riescono a trovare una via d’uscita dai propri problemi. Altro tema fondamentale è la solitudine che spesso affligge le persone, le quali non si sentono capite o semplicemente vivono la loro situazione come un abbandono da parte di chi avrebbe dovuto stargli accanto nei momenti difficili. 

Il punto di forza di Lasciati andare sta nella sceneggiatura composta da dialoghi freschi e per nulla banali, dove a farla da padrone è l’ironia delle battute affidate al protagonista Toni Servillo. Quest’ultimo si è dimostrato in grado di interpretare un ruolo da commedia, nonostante noi siamo abituato a vederlo in parti drammatiche. Per l’attore, infatti, è il primo ruolo in una commedia. Tutti gli interpreti (anche gli attori secondari) - Luca Marinelli, Carla Signoris e Veronica Echegui - sono perfettamente in parte. Quest'ultima ha dato grande prova delle sue capacità espressive in Lasciati andare, che si avvale anche di riferimenti letterari degni di nota e che gioca sulla presunta ignoranza delle giovani d’oggi. Parliamo di quelle ragazze che per molte persone, essendo belle e dinamiche, hanno un basso quoziente intellettivo. Insomma, non manca l’uso degli stereotipi nel film di Francesco Amato. La pellicola gode di un ritmo incalzante adatto al suo genere di appartenenza e in grado dimettere in risalto la sua grande verve umoristica, grazie alla quale difficilmente il pubblico in sala riuscirà ad annoiarsi. Infine, oltre al confronto generazionale dato dai due attori principali (Servillo e Echegui), emerge una profonda caratterizzazione psicologica dei diversi personaggi coinvolti, ognuno con i suoi problemi e con il suo modo di affrontare la vita di ogni giorno.