Biagio Iacovelli si racconta e racconta La sindrome di Antonio, un film su una tematica fuori dal comune
Il 17 novembre è uscita La sindrome di Antonio, l'opera prima italiana di Claudio Rossi Massimi, dal suo romanzo omonimo. La pellicola racconta la storia di Antonio, un ragazzo sessantottino, che nell'estate 1970 parte per la Grecia alla ricerca dei luoghi mitologici.
La sua guida sarà una giovane ragazza del luogo: ecco le dichiarazioni del giovane protagonista, Biagio Iacovelli, al suo debutto sul grande schermo con questo film, intervistato da Comingsoon.
"Feci i provini aperti durante il Festival di Roma di due anni fa, Claudio vide il mio provino finito su youtube e decise di incontrarmi. Gli sarò sempre grato per questa sua scommessa. Della storia mi ha attratto la tematica fuori dal comune, la voglia di raccontare qualcosa senza preoccuparsi del botteghino.
Il lavoro più difficile è stato sull'ammorbidire la recitazione teatrale che mi contraddistingue, un punto su cui devo ancora crescere tanto e su cui spero di poter continuare a lavorare.
Mi fanno fare sempre personaggi positivi, "buoni" per così dire, mentre io preferisco molto di più, e credo mi riescano meglio, i personaggi "neri", antagonisti e anti eroi, che sono decisamente i miei preferiti", spiega.
"Sono un cinefilo ai limiti dell'ossessività. Guardo le filmografie di tutti i grandi registi, anche quelli che non mi piacciono particolarmente: i miei film preferiti sono Requiem for a dream, Into the wild e, una spanna su tutti gli altri, Arancia Meccanica. Ci sono tantissimi attori di cui sono innamorato: Leonardo Di Caprio, Christian Bale e Daniel Day Lewis.
Ma rispondo sempre Edward Norton, perchè quando ti succede di non riconoscere uno dei tuoi attori preferiti, vuol dire che sei di fronte davvero a un grandissimo Attore. Ha una capacità incredibile di cambiare pelle", conclude.
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Fonte foto: Instagram