A quasi nove mesi dalla tragedia, ancora si parla di Robin Williams
L'11 agosto l'attore Robin Williams si è tolto la vita poichè oltre a soffrire di demenza e allucinazioni, aveva anche delle paranoie ed era ossessionato dall’idea che qualcuno volesse fargli del male.
A quasi nove mesi dall'accaduto, le ultime tragiche ore verranno ricostruite dagli autori del documentario “Autopsy” un formato inglese che già in passato ha avuto molto successo che si è occupato in passato di altre morti celebri come quelle di Michael Jackson e Elvis Presley.
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Secondo le ricostruzioni, il giorno in cui si suicidò prima di impiccarsi provò a tagliarsi i polsi delle vene e poi ripulì per bene il bagno della sua villa in California.
Inoltre, secondo quanto riferisce il Daily Mail, il giorno prima di togliersi la vita Robin Williams mise in una calza tutta la sua collezione di orologi preziosi e li portò ad un amico, chiedendogli di prendersene cura.
In quelle ultime ore di vita passò molto tempo su internet, a cercare farmaci online, convinto di avere un’altra malattia oltre alla demenza.
L'autopsia ha rivelato che l'attore soffriva di 'Demenza da corpi di Lewy', una malattia degenerativa. Nessuno se n'era mai accorto. Probabile che fosse questa la causa dei suoi disturbi: soffriva di insonnia e attacchi d'ansia, alternava momenti di lucidità ad altri in cui cadeva in stato confusionale. Secondo gli esperti non è escluso che fosse venuto a conoscenza della sua malattia negli ultimi giorni di vita, e proprio per questo avesse intensificato le sue paranoie.