Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti è il simbolo della cosiddetta rinascita del cinema italiano di genere, capace di diventare oggetto di culto affrontando un genere raro nel nostro cinema
Lo chiamavano Jeeg Robot (2016) di Gabriele Mainetti è stata una delle sorprese del cinema italiano degli ultimi anni, il capofila della cosiddetta rinascita del cinema di genere. Il film guarda al cinema dei supereroi d'oltreoceano traducendolo in salsa romana. Il cast vede Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Francesco Formichetti e Antonia Truppo. Lo chiamavano Jeeg Robot verrà trasmesso il 9 marzo 2018 alle ore 21,20 da Rai Tre.
Lo chiamavano Jeeg Robot, la trama
Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un ladro di quart’ordine che si consola della miseria della sua vita sguazzando tra budini e filmati porno. Un giorno, ingoiando casualmente una poltiglia, si salva per miracolo dalla morte e si trasforma in Jeeg, un titano dalla forza sconsiderata. Sulla sua strada si mettono una fan sfegatata del cartone Jeeg Robot (Ilenia Pastorelli) e una banda criminale capeggiata dallo “Zingaro” (Luca Marinelli), eccentrico spacciatore ossessionato dalla fama e dal successo.
Lo chiamavano Jeeg Robot, una produzione tormentata
Lo chiamavano Jeeg Robot non ha avuto una storia sempilice, e non ha trovato facilmente chi credesse nel progetto. Lo sceneggiatore Nicola Guaglianone aveva scritto il soggetto già nel 2010, e ha poi chiamato Menotti, con cui aveva lavorato nel settore televisivo, per scrivere insieme la sceneggiatura, di cui sono state realizzate ben nove stesure. Il regista ha proposto il progetto ai possibili produttori per circa cinque anni, ottenendo dei rifiuti sostenuti dall'idea che in Italia non si potesse realizzare un film di supereroi a causa di problemi tecnici ed economici o perché gli spettatori italiani non apprezzano i film di genere. Dimostrando di vederci molto lungo.
Lo chiamavano Jeeg Robot, lo Zingaro: i modelli
Luca Marinelli, per costruire il personaggio dello Zingaro si è ispirato a Il silenzio degli innocenti di Jonathan Demme, in parte all'interpretazione di Anthony Hopkins, ma, soprattutto, a quella di Ted Levine nel ruolo di Buffalo Bill.
In fase di sceneggiatura, invece, per delineare Lo Zingaro, le ispirazioni principali sono state Tony Manero di Pablo Larrain e Ballata dell'odio e dell'amore diretto da Álex de la Iglesia. Il personaggio, inoltre, avrebbe dovuto avere delle caratteristiche simili a un famoso cantante pop degli Anni 80, tuttavia si è poi deciso di farlo diventare un cultore della musica, tanto da fargli interpretare la celebre canzone Un'emozione da poco di Anna Oxa in un momento diventato cult assoluto e virale.
Lo stesso Zingaro è diventato un meme grazie alla pagina "Lo Zingaro chiede cose".
Fonte foto copertina facebook.com/lochiamavanojeegrobot
Fonte foto articolo facebook.com/lucamarinellifans/