Il nuovo film di Paolo Sorrentino che porta al cinema un racconto personalissimo sul Cavaliere e sui fatti e i personaggi gravitati attorno a lui. Torbido, ironico e dolce: Loro 1 spiazza e non convince sotto tutti gli aspetti.
“Tutto documentato, tutto arbitrario”. Loro 1, la prima parte del tanto discusso nuovo film di Paolo Sorrentino, non ospitato a Cannes e arrivato oggi al cinema, inizia con la frase di Giorgio Manganelli, scritta nell’introduzione del suo “Pinocchio: un libro parallelo”. Queste parole spiegano già tutto: Loro 1 non è una ricostruzione fedele o meglio storica dei fatti, quanto più un punto di vista, o forse semplicemente una ricostruzione immaginata e personalissima di un mondo – parallelo alla realtà e dal sapore mitologico – fatto di potere, lusso, ville in Sardegna, after, droga, arrivisti e tanta tanta lussuria. Il vero interesse di Paolo Sorrentino in questa prima parte però è raccontare il Berlusconi dietro la politica, quello più familiare e casalingo, ma purtroppo ci arriva solo dopo più di un'ora dall'inizio.
Loro 1: Riccardo Scamarcio è il portavoce del berlusconismo più animalesco
Il protagonista della prima parte di Loro 1 è Riccardo Scamarcio, alias Sergio Morra – altro nome per inquadrare Gianpaolo Tarantini – un becero faccendiere che da Taranto riunisce una serie di ragazze pagate con cocaina e promesse, quelle di avvicinarle al Presidente del consiglio ed entrare così nelle sue grazie. In altre parole chiede di vendere il proprio corpo per ricevere favoritismi ed accedere così al magico mondo dello spettacolo. Le ragazze, showgirl o aspiranti registe, non sono altro che quel gruppo poi passato alla cronaca con il nome di olgettine. L'obiettivo di Morra è arrivare a “lui” per scappare da una realtà di provincia troppo stretta, fare soldi ed entrare nell'Olimpo abitato dagli intoccabili. Uno stereotipo di uomo tutto cocaina e puttame, enfatizzato al massimo nella performance di Riccardo Scamarcio.
Al fianco dell'attore salentino troviamo Kasia Smutniak nel ruolo di Kira, ovvero l'ape regina – avvicinabile alla Sabina Began della realtà – l'unica che sa “lui” cosa vuole. E' lei che sa quali corde toccare, come stuzzicare l'inarrivabile, e lo fa facendosi coinvolgere: la scena di nudo, senza senso, lo certifica. Si unisce ai due personaggi di sopra Fabrizio Bentivoglio, l'onorevole Santino, una summa massima del politico viscido e corrotto, come tanti se ne sono visti in questi anni di cronaca di palazzo italiana, che vuol fare le scarpe al Presidente, ma siccome è troppo stupido finisce per stringersi da solo il cappio al collo. Questi tre personaggi bastano per dipingere un quadro deprimente, dove al primo posto c'è l'istinto animalesco di chi per raggiungere i propri obiettivi è pronto a mentire, corrompere e scavalcare tutti i canoni del buon senso. In questa melma però il Cavaliere latita: lui si nomina solo, è il protagonista dei sogni altrui e mai appare. Con questi personaggi Sorrentino descrive al meglio ciò che il berlusconismo ha prodotto.
Paolo Sorrentino: da La grande bellezza all'apoteosi del brutto in Loro 1
Scordatevi le immagini poetiche della Roma de La Grande bellezza e le riflessioni di Geppi Gambardella. In Loro 1 si passa dal mare sconfinato in cui si stringolo accordi illeciti ad una Roma festaiola e cupissima, abitata da topi – o rinoceroni, come sempre in CGI – nelle fognature ma anche in superficie, ratti che come nella più semplice della metafora finiscono per essere sommersi dalla spazzatura in cui tanto gli piace sguazzare. Qui non si contemplano bellezze, non si antepone il bello al brutto, non si riflette su dove spinge il degrado di un ideale fatto di vacuità. Loro 1 è un viaggio nel torbido, non della politica italiana quanto dei vizi degli altri che hanno visto in Berlusconi un dio da seguire ed omaggiare senza se e senza ma.
La cifra stilistica di Paolo Sorrentino sembra nascondersi all'inizio, ma più si va avanti e più si riconosce la mano dell'autore che volutamente prende la curva larghissima per dipingere atmosfere, disegnare maschere, muovendosi fra scene corali e primi piani dedicati al mattatore Toni Servillo. Peccato però che ancora una volta come da Il divo in poi a prevalere nei film del regista campano è l'estetismo, oggi anche figlio del formato serie tv (The young pope ne è la massima espressione), che non va oltre al qui e ora. Purtroppo seppur potenti nel contenuto, è proprio nella forma che si perdono le immagini di Loro 1 che risultano poco incisive. Gli unici momenti che restano nella testa sono le scene finali di Loro 1, quando in campo entra finalmente Silvio Berlusconi arroccato nella sua villa sarda con sua moglie Veronica Lario.
Performance strepitosa per Toni Servillo ed Elena Sofia Ricci, protagonisti di Loro 1
Lui avvolto in una maschera che ricorda le parodie de Il bagaglino, lei senza trucco con un libro in mano che si allontana sempre si più. Toni Servillo ed Elena Sofia Ricci sono i diamanti di Loro 1. L'epifania vincente di Paolo Sorrentino è proprio quella di costruire in questo modo così opposto i due personaggi migliori del film. Dei festini, delle metodologie utilizzate per organizzarli, del marcio che è girato intorno all'Ex presidente del consiglio forse ci interessa poco. E' il volto mai visto di Silvio Berlusconi, l'andare oltre quei famosissimi spot natalizi in cui l'unico messaggio che voleva passare era la genuinità e capire a telecamere spente chi fosse davvero il Cavaliere il quid del film. E' forse quell'essere uomo d'altri tempi, quell'essere al centro dell'attenzione che Sorrentino vuol indagare, e quando entra Toni Servillo sotto chili di trucco allora si che si schiaccia sull'acceleratore.
Il film lo introduce probabilmente in un arco temporale che va dal 2006 al 2009, quando Prodi e il centro sinistra sono al governo e il Cavaliere deve starsene con le mani in mano. Quando è ancora Presidente del Milan Calcio e con Veronia Lario è in rotta per i tradimenti già accertati. Nonostante a pochi minuti dalla fine compaiano Noemi Letizia e Ruby, preludio della capitolazione del Cavaliere, Loro 1 non è una ricostruzione, sembra piuttosto un omaggio, dove si inorridisce ma si ride spessissimo, ad un pezzo di storia italiana, che seppur decadente ha segnato in modo indelebile tutti. L'appuntamento con la seconda parte di Loro è per il 10 maggio. Ora la domanda è cosa ci aspetta nella seconda parte del film? La storia la sappiamo, ma non sappiamo quali mondi può aprirci Paolo Sorrentino, prima di tutto genio visionario, nel bene e nel male.
Voto: 6 e 1\2