Proiezione notturna del film di George Waggner al Bergamo Film Meeting. In un cameo c'è Bela Lugosi
Ci sono molti film con uomini lupo, lupi mannari, licantropi, nella storia del cinema. Ma quello che risale al 1941 è, ancora oggi, un titolo fondamentale. Fu diretto, L'uomo lupo (The Wolf Man), da George Waggner, scritto da Curt Siodmak e interpretato da Lon Chaney Jr., figlio di Lon Chaney, nel doppio ruolo di Larry Talbot e dell'Uomo Lupo. Questa pietra miliare dell'horror torna in visione al Bergamo Film Meeting (11-19 marzo 2017) in versione restaurata nell'ambito della Fantamaratona che comprende pure la proiezione di In compagnia dei lupi (1984) di Neil Jordan. Sottostrato di entrambi, meno in quello di Waggner, più marcato nell'horror fantasy di Jordan, il fantasma di Cappuccetto Rosso.
George Waggner è stato per poco più di un decennio, dal 1938 al 1951, prolifico regista di western, horror, film d'avventura, per poi lavorare, dal 1954 al 1967, quasi esclusivamente per la televisione. Nato a New York nel 1894, morì a 90 anni a Hollywood nel 1984. L'uomo lupo è il film che l'ha mantenuto nella memoria del cinema. La sceneggiatura la firmò la penna pregiata di Curt Siodmak, tedesco che, come tanti altri connazionali, lasciò la Germania nazista per gli Stati Uniti. E, accanto a Lon Chaney Jr., figlio di un nobile che torna nella dimora paterna e si innamora della giovane attraente dirimpettaia Gwen (Evelyn Ankers), rimanendo però contaminato dal morso di un lupo mannaro mentre cercava di salvare l'amica di Gwen Jenny (Fay Helm), troviamo altri attori di primo piano della Hollywood di quegli anni: Claude Rains (l'uomo invisibile nel film del 1933 di James Whale) è il padre di Larry Sir John Talbot, che infine toglierà la vita al figlio irrecuperabile dalla mutazione avvenuta; Ralph Bellamy (dalla filmografia di quasi duecento titoli che va da Proibito di Frank Capra, 1933, a Pretty Woman di Garry Marshall, 1990) è il colonnello Montford; Maria Ouspenskaya, attrice del muto e del sonoro (tra i suoi film una delle tante perle di mélo e commedia di Leo McCarey, Un grande amore, del 1939) di origine russa, è la zingara Maleva, che ogni anno raggiunge la località con il suo circo ambulante, del quale fa parte anche il figlio Bela (è in una breve apparizione cameo di metacinema Bela Lugosi), anch'egli divenuto licantropo e ucciso proprio da Larry nella colluttazione notturna ricordata.
Le scene notturne nella foresta invasa dalla nebbia, il rapporto tra Larry e Gwen innamorati, la trasformazione del corpo di Larry in lupo mannaro (notevole per l'epoca), la scena del luna park con il tiro al bersagio e Larry impossibilitato a sparare al bersaglio del lupo, la scenografia dell'accampamento degli zingari fanno de L'uomo lupo un'opera da continuare ad amare e ammirare.