M. Night Shyamalan: Split e la paura di fallire

M. Night Shyamalan a Roma parla di Split, dell'India e di James McAvoy...

M. Night Shyamalan a Roma ha parlato del suo thriller Split, in uscita il 26 gennaio 2017 ma anche della sua vita.

Ad esempio ha raccontato di quando s'impose sul babbo che, per cultura indiana, l'avrebbe voluto "dottore, avvocato o ingegnere, perché in India se studi le opzioni son quelle. Era così incazzato quando gli dissi che avrei fatto cinema, che rimase fisso a guardare la partita alla tv senza rispondere. Ora in casa mia hanno un altarino con le cose che mi riguardano, e papà non paga in contanti perché spera che riconoscano il cognome!".

"Avevo sette anni quando è uscito Guerre Stellari, poi venne E.T., e I predatori dell'arca perduta era un evento quasi religioso".

La contrapposizione tra cultura cattolica e indiana lo ha formato come persona e ha fatto di lui quello che è: "E non bisogna avere paura di fallire, il rischio non va evitato. Scusate, lo so che sembra sdolcinato", dice.

"Quando ho scritto la parte del protagonista di Split, non sapevo a chi potesse essere destinata – spiega il regista, incentrandosi sul momento in cui si rese conto che James McAvoy poteva essere la scelta giusta – Sapevo bene che la ricerca dell’attore in grado di recitare in un ruolo simile sarebbe stata ardua, considerando sia l’aspetto fisico, sia lo humour necessario e la tecnica di cui una parte del genere aveva bisogno.

Ma un giorno, al Comicon, mentre stavo promuovendo The Visit, mi imbattei in James e scambiando due chiacchiere, ci scoprimmo fan l’uno dell’altro. Poi, riflettendo sulla sua persona, mi resi conto di quanto potesse essere duttile ed adatto alla parte. Così, mandandogli la sceneggiatura, lui accettò… ed eccoci qua".

Ed infine ha spiegato cosa lo spinge a recitare nei suoi stessi film, ricoprendo parti più o meno marginali: "è un piacere “entrare dentro” al film; innanzitutto adoro ricoprire più ruoli, dallo sceneggiatore, al regista, passando per il reparto produttivo, ma se recito, preferisco interpretare personaggi di contorno, così da non distrarre eccessivamente lo spettatore, che può riconoscermi e commentare col vicino la mia apparizione!".