Maren Ade racconta Toni Erdmann: non chiamatelo "commedia tedesca"

Maren Ade parla del suo Toni Erdmann in un'intervista: ecco tutto quello che dovete sapere!

Maren Ade (Everyone Else) è al suo terzo successo con Toni Erdmann: in un'intervista a Movieplayer ha spiegato innanzitutto il rapporto tra tedeschi e humor:

"Anche noi tedeschi abbiamo il senso dell'umorismo, solo capita che lo nascondiamo. Nel film lo humour è legato al personaggio di questo padre, che è buffo nel modo di parlare, nella sua fisicità; ma io credo che il film sia un dramma fondamentalmente: quest'uomo è disperato, non sa più come comunicare con la figlia e si inventa questo elemento di rottura per cercare un nuovo linguaggio e arrivare a Ines.

Anche lei in realtà è spiritosa ma con un padre così ingombrante è come se il suo umorismo fosse soffocato. Quando lui non c'è, e anche lei ha i suoi spazi, viene fuori il suo senso dell'umorismo che non è nemmeno tanto diverso da quello del padre.

Con gli attori ho lavorato molto sul non detto. Quello che accade in apparenza è banale e quotidiano, a me interessa quello che succede sotto la superficie: lo humour rivela l'imbarazzo e porta alla luce cose come la sofferenza nelle relazioni interpersonali e le gerarchie di potere".

Il film è stato una rivelazione a Cannes perchè nessuno si aspettava tali risate:

"Non credo di aver rotto un tabù, non la vedo proprio così, però di certo non mi aspettavo questo tipo di accoglienza per il film. Mi veniva quasi da dire, ma come, smettetela di ridere così, è un film lungo e malinconico!"

Il film ha una durata importante: 162 minuti.

"Ero preparata a cercare di ridurre la durata, ma poi quando l'ho fatto, la sensazione era che il film fosse più lungo di prima. Perdeva la sua fluidità ma anche la sua complessità: ad esempio abbiamo accennato alla scena dell'esibizione alla festa, quel momento subito prima, con Ines che dipinge le uova, è indispensabile perché quello che avviene dopo abbia l'intensità che volevo.

Alla fine avrei potuto tagliare forse 15 minuti, ma il film sembrava più lungo, e così ho lasciato il montaggio che mi piaceva di più", ha rivelato la regista.