Florian Henckel, la carriera del regista: da Le vite degli altri a Opera senza nome

I migliori film di Florian Henckel, che ha diretto Opera senza nome, Le vite degli altri e The Tourist. Vediamo insieme ci cosa parlano i film.

Florian Henckel von Donnersmarck è noto soprattutto ai cinofili e critici del settore cinematografico, perché in realtà - a ben pensarci - di lui si sa poco: è un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e montatore tedesco. Non è facile da pronunciare il suo nome, ma Florian Henckel von Donnersmarck ha diretto tre grandi film per il grande schermo che in qualche modo hanno segnato il mondo del cinema. Queste le tre pellicole in questione:  Le vite degli altri del 2006 - gli valse un  Oscar al miglior film straniero nel 2007 e un David di Donatello per il miglior film dell'Unione Europea nel corso dello stesso anno -, The Tourist del 2010, e il più recente Opera senza autore (2018).

I film di Florian Henckel von Donnersmarck

Florian Henckel von Donnersmarck: Le vite degli altri

Ambientato nella Berlino Est del 1984 Le vite degli altri si apre in un clima di terrore creato dalla Polizia di Stato, dove la la famigerata Stasi, Georg Dreyman, drammaturgo e Christa-Maria Sieland, sua compagna ed attrice famosissima sono considerati fra i più importanti intellettuali dal regime comunista. Finché il ministro della cultura, vede uno spettacolo di Christa-Maria, se ne innamora e dà l'incarico al migliore agente della Stasi di spiare la coppia. Con i sofisticatissimi sistemi di intercettazione l'agente HGW XX/7 entra nelle loro vite registrando ogni loro passo, ogni loro parola, fino a interferire con le loro azioni. Ma l'intreccio tra le vite degli altri e la sua finisce per stravolgere il destino di tutti.

Florian Henckel von Donnersmarck: The Tourist 

In The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck Frank (Johnny Depp) è un turista americano che si trova in vacanza in Italia per cercare di lasciarsi alle spalle un passato di delusioni sentimentali, ma mai avrebbe potuto immaginare che questo viaggio avrebbe sconvolto la sua vita. Tutto inizia quando conosce Elise (Angelina Jolie), una donna travolgente e misteriosa, e ne resta folgorato. Ma l'incontro è tutt'altro che casuale e, inseguendo una potenziale storia d'amore, Frank si troverà presto invischiato e travolto in una spirale di intrighi e pericoli, sullo sfondo di una Venezia mozzafiato.

Florian Henckel von Donnersmarck: Opera senza autore

Ispirato a fatti realmente accaduti, Opera senza autore attraversa tre epoche della storia tedesca narrando le vicende di Kurt (Tom Schilling), giovane studente d'arte che si innamora di Ellie (Paula Beer), sua compagna di corso. Il padre della ragazza, il professor Seeband (Sebastian Koch), rinomato medico, disapprova la scelta della figlia e promette di porre fine alla relazione. Nessuno sa però che le loro vite sono già legate da un orrendo crimine, commesso da Seeband decenni prima.

Opera senza autore, la recensione breve

Quando nel cinema si raccontano fatti realmente accaduti, c’è sempre il rischio di cadere nel banale, nel superfluo, di enfatizzare scene che andrebbero invece ben calibrate per non creare disagio. A Florian Henckel von Donnersmarck ciò gli riesce molto bene, nonostante il ritmo del film sia poco incalzante e tenda ad annoiare il pubblico, a divenire quasi soporifero. Probabilmente ad incidere, oltre l’andamento narrativo, è la durata di oltre due ore della pellicola di Florian Henckel.

Se la regia, fatta di primi piani e inquadrature precise, rende il film godibile, di contro c’è una sceneggiatura debole, fatta di dialoghi che di originale hanno ben poco. Un susseguirsi di scene che a lungo andare perdono di senso per la mancanza di forza nella sceneggiatura, nell’idea di fondo, perché è come se il regista non avesse le idee chiare su cosa vuole realmente raccontate, come se per allungare il brodo avesse aggiunto scene a caso.

Il problema alla base della pellicola però è legato soprattutto all’interpretazione dei suoi interpreti principali, i quali risultano completamente inespressivi, freddi, privi di qualsiasi forma di empatia. E quando si raccontano temi importanti, per avvicinare lo spettatore alle emozioni dei personaggi e al loro dolore, l’empatia dovrebbe essere una delle cose più significative. È una freddezza che viene percepita ovunque: nella cupezza delle atmosfere, nei contesti in cui si svolge la storia, nella colonna sonora utilizzata - che comunque dà forza alla narrazione -, e nella recitazione degli interpreti.

I cortometraggi di Florian Henckel von Donnersmarck

Il regista di Opera senza autore, prima di approdare sul grande schermo, ha dato vita a quattro cortometraggi: Mitternacht (1997), Das Datum (1998), Dobermann (1999), e Der Templer (2002).

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