Miss Violence

Tra Pirandello e Hanecke, una “tragedia greca” contemporanea sull’ineluttabilità della violenza

Nel giorno del suo undicesimo compleanno, durante una festa in famiglia, la piccola Angeliki si getta dal balcone di casa. Mentre la polizia e i servizi sociali indagano distrattamente sulle ragioni di questo gesto apparentemente incomprensibile, la famiglia, con una calma che sfocia quasi nell’indifferenza, cerca di rimettersi in sesto. Ma troppe cose non quadrano: innanzitutto non sono chiari i rapporti familiari, in particolare quelli tra padre e figli; c’è una chiusura ermetica rispetto al mondo esterno che non è normale; nessuno lavora ma nessuno sembra preoccuparsene; e, soprattutto, grava sui bambini un senso di oppressione che pare celare qualcosa.

La verità è addirittura più sconvolgente di quanto la spettatore possa intuire e verrà fuori, terribile e inesorabile come in una “tragedia greca”. E proprio una tragedia greca contemporanea è questo Miss Violence, scritto e diretto da Alexandros Avranas e premiato a Venezia nel 2012 con una meritatissima Coppa Volpi all’attore protagonista Themis Panou. I riferimenti alla crisi della Grecia, oggi più attuali che mai, sono presenti in forma allegorica in tutto l’arco del film. Tutto sembra normale, e in realtà tutto è mostruoso. E ancor più inquietante è lo stile con cui Avranas racconta questa mostruosità: con un tono di narrazione distaccato, fatto di lunghe inquadrature fisse e di silenzi, come se su tutta la famiglia – e, dunque, su tutta la Grecia – ci fosse una cortina trasparente che ottunde ogni emozione.

Un film coraggioso, impegnativo, che tratta temi pirandelliani con lo stile di Michael Hanecke. Un film da non perdere, anche se questo richiede una preparazione psicologica, e che sarà possibile vedere, per chi lo avesse perso o lo volesse approfondire, sulla piattaforma popcorntv.it 

La redazione