Al Museo del Cinema di Torino maratone di film tra "Narrazioni Jazz" e capolavori "Fuori schermo"
Si comincia con le "Narrazioni Jazz" (19-21 maggio 2017) per proseguire con immagini "Fuori schermo" tra Brasile e Stati Uniti (24 e 26 maggio 2017). Mini-rassegne al cinema Massimo di Torino, la sala del Museo Nazionale del Cinema del capoluogo piemontese, da non perdere per chi voglia avventurarsi in sguardi pieni d'invenzione, provengano essi tanto dalla produzione mainstream quanto da quella più indipendente e sperimentale.
"Narrazioni Jazz" contiene due focus nati dalla collaborazione tra il Museo e il nuovo format della Città di Torino e della Fondazione per la Cultura Torino che unisce musica e Salone Internazionale del Libro. Il primo focus è dedicato al tema della schiavitù nel corso del tempo e al tormentato percorso per abolirla. In programma ci sono due capolavori di Steven Spielberg, Il colore viola (1985), storia di tre sorelle afro-americane, dall'adolescenza segnata da soprusi all'età adulta dell'emancipazione, nella Georgia di inizio Novecento, e Amistad (1997), ambientato nel 1839 tra una nave dove un gruppo di schiavi neri si ribella uccidendo l'equipaggio e le aule di tribunale dove ha luogo il processo destinato a diventare un punto di riferimento nella storia americana; il poco visto Amazing Grace (2006) di un grande regista troppo poco considerato, Micheal Apted, che narra la lotta di un deputato nell'Inghilterra del XVIII secolo per eliminare la schiavitù nell'impero; e il documentario The Vespers. Have a Little Faith in Jazz (2014), mediometraggio di Silvana Porcu che descrive il rito celebrato ogni domenica pomeriggio da quasi cinquant'anni dalla comunità jazzistica di New York nella stessa chiesa.
Il secondo focus è dedicato allo scrittore Boris Vian e al suo rapporto con il cinema. Accanto alla meriviglia di Michel Gondry Mood Indigo (2013), tratto dal romanzo di Vian La schiuma dei giorni, saranno in visione Relazioni pericolose nella versione del 1959 di Roger Vadim e il documentario Le cinéma de Boris Vian (2010) di Alexandre Hilaire e Yacine Badday.
"Fuori schermo" ospita invece - per la prima volta integralmente a Torino - la "Trilogia brasiliana" (Historia do futuro, Terra sem males, Lepanto - Ultimo Cangaceiro) realizzata tra il 2015 e il 2016 da Enrico Masi in Brasile per raccontare, fuori dalle narrazioni ufficiali, l'impatto di Olimpiadi e Mondiali di calcio sulla popolazione e i conflitti innescati da questi eventi, la questione dei nativi brasiliani e quella della resistenza abitativa.
Il secondo appuntamento con "Fuori schermo" è un omaggio - imperdibile - a Maya Deren, della quale il 29 aprile 2017 ricorreva il centenario della nascita. Nata a Kiev nel 1917, Maya Deren è stata una pioniera del cinema d'avanguardia americano. L'omaggio comprende sei suoi lavori realizzati tra il 1943 e il 1955, tra cui la pietra miliare Meshes in the Afternoon, e il documentario sulla sua arte In the Mirror of Maya Deren (2003) firmato dalla regista austriaca Martina Kudlacek.
Buone visioni!